Ancora una strage in chiesa, ancora un carenficina nella notte di Natale. Durante la messa della vigilia un commando di uomini armati di mitra ha assalito un edificio religioso nel nord-est della Nigeria uccidendo sei persone, tra le quali il sacerdote, e ha poi appiccato il fuoco all’edificio. Le prime e frammentarie informazioni sono state rese note dalla polizia e dalla popolazione locale.
"Un gruppo di uomini armati ha fatto irruzione nel villaggio a mezzanotte ed è andato direttamente in chiesa. Hanno aperto il fuoco e ucciso il sacerdote e cinque fedeli. Poi hanno dato fuoco alla chiesa", ha dichiarato Usman Mansir, abitante del villaggio di Peri, nei pressi di otiskum, capitale economica dello stato di Yobe. Il massacro non è stato per il momento rivendicato, ma i sospetti si sono subito indirizzati sul gruppo islamista radicale dei Boko Haram, autori di una campagna feroce di attacchi contro le chiese. Il gruppo, che vagheggia la nascita di un Califfato musulmano in Nigeria e l’eliminazione di ogni presenza cristiana, è radicato nello Stato di Yobe e in generale nel Nord del Paese a prevalenza musulmana, rispetto ad un Sud sopratutto cristiano. La strage è l'ennesimo di una lunga serie di attacchi che la comunità cristiana africana ha subito nel corso dell'ultimo anno. Gli islamici del Nord hanno colpito con attentati incencdiari, bombe e colpi di arma da fuoco, decine di chiese in tutto il Paese. Proprio oggi Benedetto XVI, durante la benedizione Urbi et orbi, ha lanciato l'ennesimo appello per fermare la carneficina.
È un "orrore inaccettabile", "impegno internazionale per tutela minoranze religiose sia massimo", ha commentato il ministro degli Esteri Giulio Terzi su Twitter. Lo scorso anno, 44 cristiani erano stati uccisi a Natale nelle chiese in attentati rivendicati dai Boko Aram.
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