Mondo

Nord Corea, quando il comunismo è extra lusso

Su Google Earth la Corea del Nord che non ti aspetti: palazzi con giardini, piscine con vertiginosi scivoli e campi da golf

La prigione di Sinuiju
La prigione di Sinuiju

Palazzi con giardini, piscine con vertiginosi scivoli, campi da golf da 18 buche, residenze iperlussuose raggiungibili attraverso ferrovie sotterranee, munite di piste di atterraggio aereo o costruite accanto a laghi verdi dove ormeggiano mastodontici yacht. Che si tratti di Dubai? A guardare le immagini fotografate da Google Earth non si direbbe mai che sono state scattate in uno dei più rigidi regimi comunisti ancora esistenti: la Corea del Nord. L’occhio indiscreto del satellite questa volta non è stato puntato per monitorare lo stato di avanzamento delle tecnologie nucleari ma ha scoperto qualcosa di altrettanto inquietante: nel Paese dei Gulag, dove secondo un recente rapporto delle Nazioni Unite un bambino su tre è malnutrito e 7.2 milioni di abitanti sono classificati come “poveri cronici”, il lusso sfrenato del clan dei Kim non trova limiti. Curtis Melvin, un economista americano che ha compilato un catalogo di dettagliate immagini satellitari della Corea del Nord, ha affermato in una recente intervista al “The Telegraph” che secondo fonti interne al Paese in quella residenza avrebbe vissuto proprio Kim Jong-il, il “caro leader” morto a dicembre dello scorso anno e che adesso sarebbero utilizzate dal figlio terzogenito Kim Jong-un, attuale «leader supremo» della Corea del Nord. “Ci sono ville come queste ovunque – spiega Melvin – Ad un certo punto ce n’era una per ogni provincia. Sulla costa poi è pieno. La maggior parte delle strade più belle del Paese sono state costruite proprio per raggiungere queste residenze.” Il clan dei Kim detiene da moltissimi anni il potere. La Repubblica Democratica Popolare di Corea è retta dal dopoguerra da una dittatura totalitaria di stampo stalinista costituita prendendo esempio dalle istituzioni della Cina di Mao Zedong. Le modifiche costituzionali apportate alla morte del suo capo storico, Kim Il-sung, avvenuta nel 1994 a 82 anni, hanno creato per lui la carica speciale di «Presidente Eterno». Kim Il-sung fu messo a capo del Paese dall’Unione Sovietica nel 1948 e ha governato con un pugno di ferro per quasi cinquant'anni. Alla sua morte gli è successo il figlio Kim Jong-il con il titolo ufficiale di «Caro Leader». Kim Jong-il è morto a dicembre scorso, secondo quanto riferito, a seguito di un attacco cardiaco, ponendo fine al suo dominio di leader assoluto del paese durato 17 anni. La carica è quindi passata al figlio terzogenito Kim Jong-un che ha proseguito la politica del padre e del nonno di assoluta chiusura del Paese a qualsiasi tipo di penetrazione straniera, senza lasciare intravedere un miglioramento della cupa situazione dei diritti umani nel paese. Secondo l’ultimo rapporto annuale di Amnesty International “i nordcoreani hanno continuato a subire violazioni quasi nell’intera sfera dei loro diritti umani. Sei milioni di cittadini hanno bisogno di urgenti aiuti alimentari e un rapporto delle Nazioni Unite rivela che il paese non è in grado di nutrire la sua popolazione nell’immediato futuro. È stata segnalata l’esistenza di numerosi campi di prigionia, dove sono diffuse detenzioni arbitrarie, lavoro forzato, tortura e altri maltrattamenti. Continuano le esecuzioni, anche pubbliche. Le punizioni collettive sono la prassi, così come le violazioni alla libertà di espressione e di riunione”.

A descrivere lo stile di vita nordcoreano anche un libro indagine del giornalista americano Blaine Harden, “Escape from Camp 14” (Fuga dal Campo 14), che racconta la vita di Shin Dong-Yuk, l’unica persona al mondo nata in un campo nordcoreano e poi riuscita ad evadere. Quando lo zio di Shin tentò di fuggire, tutta la sua famiglia fu incarcerata a vita. Dal libro emerge la cruda realtà di questo spietato regime comunista che punisce senza pietà i familiari dei traditori dello stato. Si suppone che oggi in Corea del Nord esistano almeno sei campi di concentramento dove sono rinchiuse circa 180mila persone che sono state incarcerate senza processo né possibilità di difendersi. Il governo del paese ha sempre negato l’esistenza di questi gulag che sono stati però documentati attraverso le immagini satellitari raccolte da “One Free Korea” un sitoweb nato proprio per sollevare il velo di omertà sull’agghiacciante realtà della Corea del Nord. Nei campi di concentramento ogni anno migliaia di detenuti muoiono per le malattie dovute alla mancanza di cibo e di igiene. Fra le storie dei sopravvissuti, si pensa siano circa una ventina nel mondo gli individui riusciti a scappare, sono emerse le storie più atroci e assurde: vi sarebbero rinchiuse anche persone solo perché sorprese a cantare una canzone di un artista della Corea del Sud.

A peggiorare le condizioni di un popolo già martoriato dagli effetti di questo scellerato regime comunista ci si è messo anche il meteo. Le inondazioni causate dalle piogge torrenziali agli inizi di giugno si sono sommate a un tifone ad agosto, provocando danni diffusi, specialmente nelle province del Nord e del Sud Hwanghae. Secondo quanto riferito, come conseguenza di questa situazione 68 persone risultavano uccise o disperse e più di 25.000 sono rimaste senza tetto. Il tifone è stato talmente violento che persino la lussuosa residenza dei Kim ha subito enormi danni.

Quale migliore occasione per ricostruirla ancora più grande ed accessoriata? Tra la devastazione di un Paese martoriato oggi la villa di Kim Jong-un si erge può bella e maestosa che mai, simbolo di un regime malato che vive nel lusso alle spalle di un popolo ridotto sempre più allo stremo. Facile parlare di comunismo quando la vita di un normale cittadino non vale neanche un millesimo di quella del suo leader ma, in fondo, sono solo storie di vita quotidiana di un lontano regime comunista!

Commenti