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Obama: otto anni per regolarizzare i clandestini

Obama ha preparato una bozza di riforma della legge sull'immigrazione: cauzione, lingua inglese, storia e abc sulle istituzioni. I repubblicani: riforma nata morta

Obama: otto anni per regolarizzare i clandestini

L'aveva promesso in campagna elettorale e l'ha ripetuto, di recente, nel discorso sullo stato dell'Unione. Obama ha preparato una bozza per riformare la legge sull’immigrazione negli Stati Uniti. E' stata mandata ai membri di entrambe le Camere del Congresso, che stanno a loro volta lavorando a progetti simili. I contenuti salienti della bozza sono stati anticipati dal quotidiano Usa Today: prevede un percorso amministrativo di otto anni per regolarizzare la situazione di circa 11 milioni di clandestini che attualmente si trovano negli Stati Uniti.

La maxi sanatoria è divisa in due fasi. Nei prossimi quattro anni ai datori di lavoro e ai dirigenti d’impresa verrà chiesto di verificare lo status dei dipendenti assunti di recente. Per i clandestini che hanno particolari requisiti sarà dato un visto con la scritta "procedura per immigrante legale in corso". Per ottenerlo bisognerà comunicare i dati biometrici e pagare una cauzione in denaro. Ma bisognerà anche sottoporsi ad accertamenti sui precedenti penali. Una volta ottenuto il visto gli immigrati irregolari potranno fare richiesta di una "carta verde" di residente permanente, a condizione però di imparare l’inglese, la storia e l'abc sulle istituzioni americane. Dopo questo iter, nell'arco di otto anni potranno essere candidati alla naturalizzazione.

Rubio boccia la bozza

A stretto giro di posta arriva la bocciatura di Marco Rubio, senatore repubblicano di origini cubane, scelto dal Gop per tenere l'anti discorso sullo stato dell'Unione. "Se la proposta è questa, allora è nata morta prima ancora di arrivare al Congresso". Poi sottolinea che "è un grave errore" mettere nero su bianco un testo "senza cercare input dai componenti repubblicani del Congresso".

Quanto alla bozza Rubio sottolinea che non è sufficientemente dura sul fronte della sicurezza ai confini, e di fatto privilegia "chi ha infranto la legge" rispetto a chi è arrivato in America "facendo le cose per bene, in modo legale".

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