Oggi si conosceranno tutti i capi d’accusa: il più grave è l’omicidio

Oggi si conosceranno tutti i capi d’accusa: il più grave è l’omicidio

Alla vigilia della presentazione al magistrato indiano dell’atto d’accusa contro i due marò detenuti dallo scorso febbraio, fonti indiani fanno trapelare che i capi d’imputazione contro Massimiliano Latorre e Salvatore Girone sarebbero quattro: omicidio, tentato omicidio, danni e associazione a delinquere. Oltre a questo, nell’elenco delle accuse contro i militari italiani del reggimento San Marco che svolgevano servizio antipirateria a bordo della petroliera «Enrica Lexie» figura la presunta violazione della Convenzione internazionale per la repressione di atti illeciti contro la sicurezza della navigazione marittima, che stabilisce la giurisdizione di uno Stato fino a 200 miglia nautiche dalla costa.
Staffan de Mistura, il sottosegretario agli Esteri che segue personalmente la complessa vicenda dei nostri marò, sottolinea che è veramente tempo che si conoscano i capi d’imputazione nel dettaglio, che «si giochi a carte scoperte» perché indiscrezioni come queste non aggiungono in realtà nulla di nuovo. «Basta rinvii per ritardi ingiustificati - dice De Mistura -. Vogliamo vedere i capi d’accusa nei confronti dei due marò, rimanendo fermo il principio che per noi la giurisdizione è altrove». Il sottosegretario ha nuovamente incontrato Latorre e Girone nel carcere di Trivandrum, portando loro conforto perché, nonostante le porte della prigione si siano virtualmente aperte per loro con l’annuncio del trasferimento in una diversa struttura, di fatto nulla sia cambiato. E questo perché la corte dello Stato indiano del Kerala ha deciso che questo trasferimento sia rinviato di altri venti giorni. Cose che comprensibilmente - come ha riferito De Mistura - ha «deluso e irritato» i due militari italiani. La spiegazione della decisione, secondo l’inviato del governo, «è esclusivamente elettorale per non mostrare forme di debolezza nei confronti degli italiani alla vigilia di nuove elezioni. Ma adesso faremo valere le nostre ragioni». Un ricorso per la messa in libertà su cauzione è già stato presentato e sarà esaminato sabato da un giudice indiano a Kollam.
Intanto la questione dei marò continua a suscitare tensioni in ambito politico nel nostro Paese. Al consiglio comunale di Roma ieri si è giunti a una contrapposizione tra destra e sinistra quando i consiglieri del Pdl hanno indossato una maglietta con la scritta «Ridateci i nostri leoni».

Il Pd ha contestato al presidente d’aula Marco Pomarici «un uso personale delle istituzioni (...) Il Sindaco e il Presidente dell’Assemblea Capitolina non possono in nessun modo rappresentare la città su iniziative politiche di parte».

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