«Il mio punto di riferimento è quello che sta facendo Obama in America», aveva detto pochi giorni fa in un'intervista il ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini. È il primo segnale di una destra italiana «stregata» da Barack Obama, candidato democratico alla Casa Bianca nelle elezioni che si terranno ormai tra poche ore negli Stati Uniti.
Sulle pagine di questo giornale, ieri, un altro ministro, Sandro Bondi, ha raccontato quali sono secondo lui i punti di contatto tra il leader del centrodestra italiano Silvio Berlusconi e il candidato democratico in America. «D'istinto vedo molte analogie tra Obama e Berlusconi». E Franco Frattini, responsabile degli Esteri, è d'accordo: «È vero hanno punti in comune soprattutto nel modo di comunicare», ha detto.
Sempre ieri su queste pagine, invece, Paolo Guzzanti ha rivelato di aver fatto il tifo per McCain, ma di tenere adesso per Obama. «Accidenti, mi avete scoperto: sono di destra e sto per Obama, anche se brinderò lo stesso se dovesse vincere l'Old Boy».
Quattro esperti commentano le aperture di esponenti del governo al candidato democratico per la Casa Bianca.
Affascina a destra perché non è di sinistra, di Giuseppe de Bellis
Nessuno lo conosce bene, altrimenti..., di Livio Caputo
A noi mancano gli eroi positivi, di Fiamma Nirenstein
Rappresenta (più di McCain) libertà e idealità, di Massimo Teodori
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