L'Australia, a differenza dell'Italia, ha deciso di respingere i clandestini che cercano di sbarcare sulle sue coste trasferendoli in Papua Nuova Guinea. In cambio ha sborsato 500 milioni di dollari in aiuti. Il pugno di ferro era già stato adottato dal premier laburista, Kevin Rudd. Il 7 settembre è stato sostituito dal conservatore Tony Abbott, che ha vinto le elezioni. E raccoglie i frutti di una politica severa nei confronti dell'immigrazione illegale. «Le porte sono chiuse» ha annunciato ieri Abbott. La Marina militare australiana, a differenza della nostra, anziché soccorrere in mare i migranti li deporta verso la Nuova Guinea. «C'è ancora una lunga strada da fare, ma le barche si stanno fermando: sono il 10 per cento del flusso registrato dal precedente governo nel mese di luglio» ha spiegato Abbott ai giornalisti. Una martellante campagna d'informazione di Canberra aveva messo in guardia i migranti: «Le persone che arrivano sui barconi saranno inviate in Papua Nuova Guinea dove rimarranno in maniera permanente. Pagare un contrabbandiere (di uomini) non è un biglietto per l'Australia. Le regole sono cambiate».
La scorsa settimana l'Australia ha stretto un accordo con la Malaysia per stroncare il transito dei migranti. E sembra che l'abbia fatto anche con l'Iran. Prima del pugno di ferro arrivavano in Australia 50mila clandestini l'anno.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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