Jane Fonda fa Nancy Reagan, veterani in rivolta

La protesta: boicottiamo il film di Hanoi Jane, ex attivista pacifista

Jane Fonda fa Nancy Reagan, veterani in rivolta

L'avevano soprannominata Hanoi Jane, ma è stato molti anni fa. Più di quaranta, da quando Jane Fonda si fece fotografare con l'elmetto, appollaiata sulla contraerea nordvietnamita, bellissima come sempre, ma impegnata in tutt'altro che il suo mestiere: voleva protestare contro la guerra americana, voleva essere una bandiera pacifista. Così non si militò alle parole e ai film ma andò ad Hanoi, era il 1972.
Oggi Jane Fonda, la stessa di allora ma diversa (passata attraverso due Oscar, vari mariti, il successo clamoroso dei corsi di aerobica, la conversione religiosa) interpreta Nancy Reagan, una delle first lady più amate dai conservatori, in un film che si intitola The Butler ed è la storia di Eugene Allen, macellaio di otto presidenti: trent'anni di cambiamenti visti attraverso il suo lavoro alla Casa Bianca. E un gruppo di veterani si è ribellato: non ci sta a vedere proprio lei nel ruolo di una icona del patriottismo americano. «Boycott Hanoi Jane playing Nancy Reagan» è la pagina Facebook creata per boicottare il film: ha già raccolto adesioni ed è riuscita a fare ottenere al movimento la sua notorietà. L'idea è di Larry Reyes: veterano della Marina, un fratello morto in Vietnam, a Fox ha spiegato le sue ragioni, la sua indignazione. Per lui Hanoi Jane non è mai passata. Anche se l'attrice si è scusata per quella foto imbarazzante, ha definito quel gesto «qualcosa che rimpiangerò fino al giorno della mia morte», si è pentita. E parlando del film si è detta «onorata» di impersonare una donna così stimata e apprezzata. Di più: la stessa Nancy Reagan si sarebbe detta «felice» della scelta di Jane Fonda; la quale a sua volta ha scritto alla ex first lady per chiarire alcuni dubbi, ottenendo una risposta gentilissima. «Tutti ci addolciamo» ha confessato Jane Fonda a Hollywood Reporter: ed è difficile dire quanto il buonismo dipenda dal fatto che entrambe le signore non siano più giovani, e quanto dall'uscita del film.
The Butler sembra costruito apposta per innervosire: ci sono anche John Cusack nei panni di Richard Nixon e Robin Williams in quelli di Eisenhower, altri due simboli della Hollywood liberal che prestano il volto a simboli repubblicani. Il produttore è Harvey Weinstein, uno dei grandi sostenitori del partito democratico: «la Hollywood di sinistra» ha sintetizzato il veterano Reyes, che vorrebbe che Weinstein e il suo film non incassassero un centesimo. Anche se tanta polemica è solo pubblicità, che attirerà ancora più spettatori. Ma Reyes è convinto: «Non sono né un conservatore né un liberale, sono un americano». Perciò la scelta di Jane Fonda è stato «uno schiaffo in faccia».
Lei è molto meno turbata. Ha consigliato agli indignati di «farsi una vita», ha commentato che quante più critiche, tante più persone vedranno il film. Del resto da Barbarella in poi, le sue metamorfosi sono state molte: icona sexy, attivista politica e pacifista, attrice impegnata, poi di nuovo nel mondo leggero dell'aerobica, fino al divorzio dal magnate Ted Turner che l'ha spinta a diventare cristiana.

«Tutti ci addolciamo», dopo molte vite e molti milioni, e anche molti ruoli dopo, perfino dopo quello di una ex first lady repubblicana, che sembrava il nemico, e invece oggi dà risposte tanto graziose.
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