In questa fase della lunga campagna elettorale americana, quando mancano poco più due mesi al voto, ogni scivolone può costare caro ai candidati alla Casa Bianca. Ecco perché lo staff di Mitt Romney è corso subito ai ripari prtendendo le distanze dalla sconclusonata dichiarazione di Todd Akin, candidato repubblicano al Senato, che ha parlato di "stupro legittimo". Akin stava spiegando la sua ferma opposizione all’aborto, anche nei casi di violenza sessuale, quando è scivolato su quella frase infelice che subito ha innescato polemica infuocata. Per evitare guai anche lo staff di Romney ha preso le distanze. Ma cos'ha detto di tanto grave Akin?
"Da quanto ho appreso dai medici, una gravidanza da stupro è veramente rara - ha detto il politico a una televisione locale del Missouri - se si tratta di uno stupro legittimo, il corpo femminile ha il modo di chiudere tutto". Poi ha tenuto a ribadire la propria linea pro-life, dicendo che in caso di violenza sessuale ci dovrebbero essere conseguenze per lo stupratore, non per il bambino: "Supponiamo che qualcosa non funziona. Credo ci dovrebbe essere una qualche forma di punizione. Ma per lo stupratore, non bisognerebbe colpire il bambino".
Immediate le polemiche e la presa di distanza di Romney: "Il candidato repubblicano alla Casa Bianca Romney e il deputato Ryan (in corsa per la vice presidenza, ndr) non concordano con quanto dichiarato da Akin e un’amministrazione Romney-Ryan non si opporrebbe all’aborto nei casi di stupro", si legge in un comunicato. Basterà per mettere a tacere la polemica? E gli anti abortisti più intransigenti come prenderanno la decisa presa di distanza di Romney?
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