Una risata seppellirà uno dei due Obama e Romney, sfida di battute

Humour e autoironia per i due candidati: così si attaccano con (finta) simpatia. Come l’altra sera a un gala di beneficenza a New York

Si sono presi a sberle, ma con simpatia, ridendo e mostrando i denti bianchissimi, e facendo di­vertire moltissimo anche il loro ospite, il cardinale Timothy Do­lan, arcivescovo di New York. Oba­ma e Romney, come per primi fe­cero Kennedy e Nixon nel 1960 si sono sfidati una battuta dopo l’al­tra, al gala dell’Alfred E.Smith Me­morial Foundation, una cena di beneficenza annuale per l’alta so­cietà della Grande mela. L’altra se­ra al Waldorf Astoria i due si sono presentati in smoking, si sono ab­bracciati e hanno scherzato come vecchi amici, come ha detto Mitt Romney: «Questa sera siamo qui che parliamo come se martedì non fosse successo nul­la » (cioè lo scontro tv di Long Island), e poi: «Avrei voluto che il presi­dente portasse Joe Bi­den, che ride sempre per tutto».
C’erano mille e seicen­to persone ad ascoltarli, tutti ricchi ed elegantissi­mi, tanto che il repubbli­cano ha interpretato co­sì il pensiero del presi­dente: «Così poco tem­po a disposizione, così tanto da redistribuire», ma intanto gli ospiti han­no distribuito, cinque milioni di dollari per i bambini bisognosi, «un super Pac per l’anima», l’ha definito il padrone di casa Alfred E. Smith IV. Per lo spirito, in tutti i sensi; e per le elezioni so­prattutto. Romney si è preso pure in giro da so­lo: «È bello potersi final­mente rilassare indos­sando ciò con cui io e Ann giriamo solitamen­te per casa » (cioè abiti da sera); ma anche Obama non ha risparmiato se stesso: «Avete notato che nel secondo duello tv avevo molta più energia che nel primo:
ero molto più riposato dopo il bel pisolino dell’altra volta», ossia il flop di Denver, e siccome quella sera disastrosa era anche il suo an­niversario di nozze, il presidente ha aggiunto: «Ho imparato a mie spese che il giorno del tuo anniver­sario ti può capitare qualcosa di peggio che dimenticare di com­prare il regalo». «Ciascuno pren­da la sua sedia, altrimenti Clint Ea­stwood potrebbe appropriarse­ne » ha avvertito Obama. E poi: «Prima sono andato a fare un po’ di shopping in centro. Romney in­vece si è comprato qualche nego­zio in centro». Del resto il conto in banca del repubblicano è stato un bersaglio anche nell’ultimo fac­cia a faccia, quando Romney ha detto: «Guarda che fine fa la tua pensione» e Obama ha replicato: «Non ci vuole molto a guardarla, stai tranquillo...non è grande co­me la tua». O quando dopo Den­ve­r il presidente scherzò come nel­le barzellette: «Ho incontrato un ti­zio agitato che sosteneva di essere Mitt Romney», per dire che in tv l’avversario aveva detto il contra­rio di quanto sempre affermato.
L’altra sera Mitt Romney ha punzecchiato Barack quando era­no­ancora entrambi accanto al ve­scovo, perché Dolan ha criticato Obama per la sua politica sulla contraccezione e così «vedremo se durante la cena il vi­no del presidente si tra­sforma in acqua, e la mia acqua in vino» ha detto. Ma poi tutti sem­bravano più interessati a ridere e a fare ridere (mentre i ricconi stacca­vano assegni): «Il presi­dente Obama e io siamo
fortunati ad avere qual­cuno su cui contare, io ho mia moglie Ann, lui ha Bill Clinton». E poi Romney ha pensato ai media: «Già vedo i titoli di domani: “Obama ab­bracciato dai cattolici”, “Romney cena con i ric­chi” ». Insomma tutti bravi ad azzannarsi a battute, poi sotto pres­sione è un’altra cosa.

Lì ti prende l’ esprit d’esca­lier , come a Romney nel­l’ultimo dibattito, ha detto Krauthammer sul Washington Post : la bat­tuta perfetta, ma quan­do sei già sulle scale. Troppo tardi. Alla pros­sima, a lunedì in Flori­da: si parlerà di politica estera, Obama ha fatto il furbetto: «Vi dò delle anticipazio­ni, diremo che abbiamo preso Osama bin Laden».

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