La Rossa accetta la sfida: correrà per i marò

La Rossa accetta la sfida: correrà per i marò

Il «bombardamento» ha ottenuto l'effetto desiderato e i lettori del Giornale possono esserne orgogliosi. Dopo una lunga campagna di stampa e migliaia di appelli inoltrati attraverso il sito internet del nostro quotidiano, la Ferrari ha acconsentito a compiere il gesto di solidarietà con i due marò prigionieri in India che le veniva chiesto: le due monoposto della «Rossa» correranno dunque il Gran Premio di Formula Uno che si terrà nel finesettimana nel Paese asiatico con un adesivo della Marina Militare italiana.

«La Marina Militare e la Ferrari sono centri di eccellenza, abbiamo voluto portare la bandiera in India auspicando che i due governi possano trovare una soluzione per i due militari», ha detto il presidente della Ferrari, Luca Cordero di Montezemolo, a SkyTg24. «È il contributo verso il Paese che la Ferrari può dare con spirito civile», ha aggiunto il numero uno della scuderia di Maranello.

Informato della decisione della Ferrari, il ministro degli Esteri si è complimentato. «Congratulazioni alla Ferrari - scrive su Twitter Giulio Terzi - per l'esposizione del simbolo della Marina Militare nel GP d'India. Testimonia il sostegno di tutto il Paese ai nostri marò». La stessa Marina Militare esprime soddisfazione «per la decisione della Ferrari di correre con il jack della Marina. Un segno di speranza, anche perchè la “rossa” rappresenta l'Italia nel mondo». «Se lo sport è vicino ai nostri due fucilieri - dice il capitano di vascello Enrico Pacioni, capo ufficio Pubblica informazione della Marina militare - a maggior ragione questa iniziativa ci fa piacere e sottolinea il nostro auspicio perchè i nostri marò possano rientrare al più presto in Italia». Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, che si trovavano a bordo della nave italiana «Enrica Lexie» in servizio antipirateria, furono arrestati dalla polizia indiana nel porto di Kochi lo scorso 19 febbraio con l'accusa di aver provocato la morte di due pescatori indiani. Da allora sono trattenuti in India in attesa di un processo continuamente rinviato nonostante le proteste ufficiali - secondo molti troppo blande - italiane ed europee.

L'impegno in favore di Latorre e Girone continua comunque anche in altre forme. In Commissione esteri del Senato prosegue l'esame dell'accordo tra Italia e India sul trasferimento delle persone condannate, già approvato alla Camera, che potrebbe rappresentare una garanzia per i nostri militari in caso di sentenza a loro sfavorevole. Il vicepresidente della Commissione, senatore Alberto Filippi, sottolinea che «l'accordo è un percorso che deve essere accelerato e approvato», ma che la detenzione dei due marò italiani in India «è già di per sé un fatto ingiusto e inammissibile, sul quale si è per troppo tempo taciuto a livello nazionale e internazionale».

Non è tutto.

Il generale a riposo Fernando Termentini, che coordina attraverso facebook decine di migliaia di simpatizzanti della causa dei marò, si è rivolto nuovamente al presidente delle Repubblica per chiedergli di ricordare il caso di Latorre e Girone in occasione della prossima celebrazione del 4 novembre. «La prego - scrive tra l'altro Termentini - come Capo delle Forze Armate non dimentichi la mia petizione, sono moltissimi gli italiani che aspettano una Sua parola a favore dei due nostri militari».

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