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Sangue in Iraq, le foto choc: esecuzioni sommarie di soldati

L'Isil diffonde le immagini sul web: decine di uomini in abiti civili ammassati sui camion prima di essere uccisi

Sangue in Iraq, le foto choc: esecuzioni sommarie di soldati

Ancora sangue sull'Iraq. Lo Stato islamico ha pubblicato su un sito militante una decina di choccanti fotografie. Sono le esecuzioni di massa messe in atto da combattenti a volto coperto. A terra, senza vita, decine di soldati iracheni catturati nella provincia di Salahuddin. Le immagini non contengono alcuna indicazione geografica. A rivelare dove sono state scattate è il portavoce dell'esercito iracheno, il tenente generale Qassim al-Moussawi, che non solo ha confermato oggi l'autenticità delle fotografie, ma si è addirittura detto "consapevole di casi di omicidi di massa di militari catturati nelle zone controllate dall'Isil".

Gli scatti mostrano i militanti mascherati dell'Isil che caricano i prigionieri su alcuni furgoni e poi li costringono a mettersi con il volto a terra in un canale poco profondo con le braccia legate dietro la schiena; infine nell'ultimo scatto si vedono i corpi dei prigionieri che grondano di sangue dopo essere stati raggiunti dagli spari. Nelle didascalie si legge che le uccisioni costituiscono una vendetta per la morte di un comandante dell'Isil, Abdul-Rahman al-Beilawy, la cui morte è stata confermata sia dal governo che dallo Stato islamico dell'Iraq e del Levante poco prima che il gruppo prendesse il controllo di Mossul e Tikrit, rispettivamente martedì e mercoledì. La maggior parte dei soldati che appaiono nelle immagini indossano abiti civili e in alcuni le uniformi militari si vedono comparire da sotto, il che potrebbe indicare che hanno provato a traverstirsi in fretta da civili per provare a fuggire.

Molti soldati e poliziotti hanno lasciato le uniformi militari e gli equipaggiamenti mentre i militanti entravano a Mossul, Tikrit e nelle zone vicine prendendone il controllo.

Venerdì scorso l'Alto commissario per i diritti umani delle Nazioni Unite, Navi Pillay, aveva espresso "allarme estremo" per le notizie di crimini di guerra provenienti dall'Iraq, parlando di "omicidi di tutti i tipi" e riferendo che il bilancio delle vittime degli ultimi giorni di violenze poteva arrivare a centinaia di persone uccise e circa mille feriti.

Pillay ha riferito che il suo ufficio aveva saputo di "esecuzioni sommarie" dopo che i militanti dell'Isil avevano preso il controllo di diverse città irachene.

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