François Hollande ricorda con emozione quando attaccava le figurine della Panini sugli album di calcio. Per Nicolas Sarkozy «con i canali di sport, oggi, è il paradiso: li guardo tutti». A pochi giorni dal ballottaggio del 6 maggio, anche le preferenze sportive dei due candidati diventano armi per racimolare voti. Ieri sera, lo scontro tra i due candidati si è trasferito sulle tribune dello Stade de France, a Nord di Parigi. In campo, il Lione e il Quevilly - storico club della Normandia - si sono sfidati nella finale della Coupe de France. La partita è da 85 anni un tradizionale appuntamento per i presidenti francesi. Sugli spalti, però, c'era anche il rivale socialista. «Io ci sarò in quanto presidente, lui in quanto spettatore», ha voluto sottolineare Sarkozy, che combatte per la rielezione. Questa finale della Coupe de France, raccontano i sondaggi, potrebbe essere l'ultima per lui nelle vesti di inquilino dell'Eliseo. Hollande, infatti, è dato per vincitore con dieci punti di vantaggio. Sarà forse anche per questo motivo che il presidente è rimasto vago sulle sue preferenze calcistiche della serata: «Chiunque vinca, sarà un bel vincitore», ha detto. Hollande ha invece tifato Quevilly. Il candidato della sinistra è nato e cresciuto a Rouen, nella Seine-Maritime, dove si trova anche il comune di Le Petit-Quevilly. I due candidati hanno risposto in queste ore, ma in momenti diversi, alle identiche domande di sport di Radio France. Hollande e Sarkozy ricordano le prime volte allo stadio, le tappe finali del Tour de France seguite al bar Sport. Nei sogni e nei ricordi del presidente c'è il ciclismo (Sarkozy è stato spesso ripreso in sella alla sua bici da corsa), la passione del socialista è il calcio. Il candidato della sinistra non è però la passione dei calciatori francesi. A marzo, Hollande aveva criticato l'alto salario dell'allenatore del Paris Saint-Germain, Carlo Ancelotti: «Ho saputo che guadagna sei milioni di euro all'anno. A questo prezzo - aveva detto - auspico che il Psg sia campione di Francia». Il mondo del foot francese, inoltre, ha reagito male alla proposta dell'aspirante presidente di tassare al 75% i salari oltre il milione di euro, una cifra che toccano in pochi in Francia, tra loro una cinquantina di calciatori: «Si colpisce chi ha avuto la fortuna di farcela», ha detto il difensore del Psg Christophe Jallet. Hollande, ai microfoni della radio, gioca in difesa: «Questa misura riguarda soltanto 3.000-3.5000 persone, devono capire che uno sforzo è richiesto a tutti», ha detto, mentre i sondaggi Ipsos rivelano che l'67% dei francesi è preoccupato per il futuro economico del Paese.
A parte le divergenze fiscali con lo spogliatoio, l'attrazione di Hollande per i campi da calcio resta grande. «Il suo sogno se fosse uno sportivo?», ha chiesto il giornalista. «Essere il centro-avanti del Rouen», ha detto Hollande, pensando alla squadra della sua città, in cui giocava da ragazzino, e che oggi è in terza divisione. Sarkozy punta più in alto, vorrebbe «vincere il Tour de France con un successo all'Alpe d'Huez», leggendaria tappa del Tour (il primo ad aggiudicarsi una vittoria lassù fu Fausto Coppi nel 1952). Oppure essere portiere, «ma ovviamente non ho le dimensioni adatte», ammette. Il presidente tifa Psg, ma i suoi eroi sono due ciclisti: Jean Jourden, campione del mondo della categoria dilettanti nel 1961, e lo spagnolo Luis Ocana, vincitore del Tour de France nel 1973. L'idolo sportivo di Hollande è Michel Platini.
I ricordi sportivi più belli del socialista sono quelli di quando aveva 13 anni: «I migliori momenti della settimana erano il martedì, quando compravo France Foot, il giovedì, quando giocavo a calcio, il sabato o la domenica quando mi allenavo con il Rouen». Sarkozy pensa alle estati passate a Royan, sulle rive dell'Atlantico, quando la sua famiglia non aveva la tv e lui andava al caffè la Plaisance a vedere l'arrivo del Tour de France: «Lo adoravo».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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