Se New York e Londra si scambiano i sindaci

Michael Bloomberg lascerà a fine 2013 (dopo 12 anni). E si prepara a costruire un nuovo "impero" in Inghilterra. Boris Johnson: "Potremmo fare un baratto..."

Se New York e Londra si scambiano i sindaci

Combattono per le loro città, ma non fra loro. Non sono rivali, anche se competono per forza: Michael Bloomberg, il sindaco di New York e Boris Johnson, il suo collega di Londra guidano le due metropoli che da sempre si contendono il titolo del centro del mondo, però si adorano. Si regalano complimenti, si aiutano a vicenda, si danno consigli e in qualche modo hanno perfino ventilato di scambiarsi la poltrona: scherzando, ma fino a un certo punto. Perché il mandato di Bloomberg scade alla fine del 2013 e allora il miliardario sarà disoccupato, dopo dodici anni a capo della Grande Mela e secondo il New York Times si starebbe già muovendo per ricostruire un nuovo impero, proprio a Londra, con investimenti e tessitura di relazioni altolocate. Mentre Johnson è stato rieletto nella primavera scorsa, ma è famoso per pensare sempre in grandissimo: non solo vorrebbe rubare a David Cameron la guida dei Tory e della Gran Bretagna, ma in passato ha confessato di sognare perfino la Casa Bianca, lui che è nato a New York e quindi potrebbe - teoricamente - diventare presidente degli Stati Uniti.

Un collaboratore stretto di Cameron avrebbe suggerito che Bloomberg possa candidarsi nel 2016, a Londra (all'entourage del premier piace stuzzicare il rivale-alleato Johnson). Di certo c'è che Bloomberg ha già donato ai Tory un milione e mezzo di dollari e ha partecipato a delle riunioni di partito. E Johnson? «Potremmo fare uno scambio. Quando lascia?» ha buttato lì, ricordando quanto deve a Bloomberg (ha spedito il suo capo dello staff a lezione oltreoceano, si è ispirato al suo modello nel cercare sponsor e fondazioni private per finanziare progetti, ha imitato il programma di volontari avviato a New York), ma anche quanto lo spirito dei londinesi sia poco tollerante verso certi divieti da stato-balia, come quelli sulle bibite gasate o i grassi saturi nei ristoranti. Però lo stesso Johnson ha ammesso nella sua rubrica sul Telegraph (quella che gli viene pagata 250mila sterline l'anno, come gli rinfacciano i suoi avversari) che queste imposizioni sono a prima vista intollerabili, ma nella pratica funzionano. Per esempio: quando ha incontrato Bloomberg per la prima volta, il sindaco di New York gli ha spiegato la sua politica sui grassi saturi, che in inglese si chiamano trans fats e Johnson sostiene che neanche sapesse che cosa fossero, «pensavo avessero a che fare con dei transessuali obesi» ama raccontare, ma il punto è che Bloomberg «è stato bravissimo». Chiaro, no? Nel settembre del 2009 Johnson andò da Bloomberg a New York e il Guardian scrisse che ognuno dei due incarnava lo stereotipo della città dell'altro; e poi l'unico newyorchese vero è Johnson, mentre Bloomberg vede Londra come la sua metropoli ideale - attenta all'ambiente, anti traffico, piena di biciclette, senza armi.

Nella capitale inglese il miliardario si è comprato una casa da venti milioni a Cadogan square (dove i vicini snob non gli hanno fatto installare i condizionatori, «troppo rumorosi»), ha finanziato l'ampliamento della chicchissima Serpentine Gallery, si è comprato un palco ad Ascot dove porta gli ospiti vip in elicottero, si è ingraziato l'élite politica, culturale e aristocratica della città a colpi di feste e beneficenza, si è fatto invitare in Scozia dal principe Carlo (ma è rimasto deluso) e soprattutto è riuscito a farsi intitolare una piazza, Bloomberg Place, nella City, dove entro il 2016 sorgeranno le due nuove, avveniristiche torri del suo quartier generale progettate da Norman Foster. A Bloomberg Place ci sarà spazio per uffici, aree pedonali, quattrocento biciclette e ristoranti.

Siccome nell'area sorgeva un antico tempio di Mitra, Bloomberg lo sta facendo restaurare a sue spese. Però quello che gli archeologi hanno ritrovato (gioielli, monete e uno scheletro) è già diventato di sua proprietà. Come una parte di Londra.

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