Se Al Qaida vincerà rimpiangeremo il dittatore Assad

L’Occidente, alleato di tirannie come l’Arabia Saudita, non può dare lezioni di democrazia. Imponga le riforme a Damasco e tolga il sostegno ai fanatici

Se Al Qaida vincerà rimpiangeremo il dittatore Assad

Sull’atteggiamento dell’Occidente nei confronti della Siria vi invito a rispolverare l’uso della ragione e a riscoprire il sano amor proprio. Basta con la menzogna che si tratterebbe di una strage di un regime sanguinario contro un popolo inerme quando è assolutamente evidente che si tratta di una feroce guerra intestina aizzata da bande armate dei Fratelli Musulmani e da gruppi terroristici di Al Qaida a cui aderiscono numerosi stranieri! Basta con la follia suicida di concepire che la democrazia corrisponderebbe e si esaurirebbe nel rito delle elezioni senza tener conto degli obiettivi dei soggetti che vi partecipano e che, nel caso degli islamici, aspirano a imporre la sharia, la legge coranica, che è del tutto in contrasto con la democrazia! Basta con l’ipocrisia ormai insostenibile di atteggiarci a chi può dare lezioni di democrazia quando siamo sottomessi alla dittatura finanziaria e non esitiamo a fare la guerra, massacrando civili e distruggendo il patrimonio pubblico, per salvaguardare i nostri esclusivi interessi materiali!

Ascoltate il grido d’allarme dei cristiani, circa 2,5 milioni, quasi il 10% della popolazione, che ci esortano ripetutamente a non sostenere i Fratelli Musulmani perché l’avvento di una teocrazia islamica significherebbe la loro fine, costretti o a sottomettersi come dhimmi, cittadini inferiori che godono di meno diritti, o a convertirsi all’islam o infine ad abbandonare la propria terra. Prendiamo anche in considerazione la conseguenza devastante per la stabilità e la sicurezza dell’insieme del Mediterraneo con l’avvento al potere di regimi teocratici islamici dal Marocco all’Iran che sono pregiudizialmente ostili al diritto di Israele a esistere, che sono determinati a rinnegare i trattati di pace vigenti e che proclamano pubblicamente la volontà di annientare fisicamente lo Stato e il popolo ebraico. Prendiamoci infine a cuore la sorte di centinaia di milioni di donne che sotto il dominio delle teocrazie islamiche perderebbero del tutto la loro dignità e la libertà, determinando un’involuzione delle società all’insegna dell’oscurantismo e del fanatismo, accrescendo lo spirito aggressivo e bellicoso nei confronti di tutti i «nemici dell’islam», gli ebrei, i cristiani, gli infedeli e gli apostati.

E poi noi occidentali che titolo abbiamo per ergerci a modello di democrazia quando, ad esempio in Grecia e in Italia, abbiamo auto-sospeso la democrazia sostanziale e auto-commissariato il Parlamento per sottometterci a una dittatura finanziaria che vorrebbe trasformarci da persone depositarie di valori e identità in semplici strumenti di produzione di materialità la cui ricompensa è poter consumare? È da considerarsi democratico un Parlamento composto da deputati e senatori designati dai partiti e non eletti dal popolo? È da considerarsi democratico un governo formato da ministri che non sono stati eletti e che non rispondono del loro operato a nessuno? È da considerarsi democratica una classe politica che, dopo aver ceduto la nostra sovranità monetaria, si sta prodigando per perdere del tutto la nostra sovranità nazionale svendendo il nostro sistema produttivo ai poteri finanziari forti e riducendoci ad appendice di un super-Stato europeo dominato dai banchieri? È da considerarsi democratico uno Stato che si sottomette a una legislazione sovrannazionale e che per l’80 per cento corrisponde alla semplice trasposizione di direttive emanate dalla super-casta di 40mila burocrati della Commissione europea condizionati dai poteri forti nazionali e privati?

Che credibilità ha l’Occidente quando non ha esitato a bombardare la Libia, massacrando i civili e distruggendo il patrimonio pubblico, per creare dalle macerie un piano di ricostruzione stimato in mille miliardi di euro? Sarebbe democrazia quella che oggi vede la Libia perennemente in conflitto al suo interno con il rischio dello smembramento dello Stato? Sarebbe democrazia il Parlamento egiziano monopolizzato per circa il 75% dagli integralisti e dagli estremisti islamici che predicano la sharia? Sarebbe democrazia la repressione della libertà d’espressione e dei movimenti laici in Tunisia? Sarebbe democrazia la crescita del potere e del radicamento territoriale di Al Qaida nello Yemen? Sarebbero democratici Hezbollah in Libano e Hamas nei Territori palestinesi che legittimiamo come interlocutori politici? Sarebbero democratici i regimi dell’Arabia Saudita e del Qatar che sosteniamo e usiamo per favorire l’avvento al potere degli islamici in Siria?

Almeno in Siria fermiamoci prima che sia troppo tardi! Imponiamo al regime di Assad di avviare un percorso democratico con il coinvolgimento dei soggetti politici che condividono i diritti fondamentali della persona, i valori assoluti e universali della sacralità della vita, della pari

dignità tra uomo e donna, della libertà di scelta religiosa, e il principio della pacifica alternanza al potere. Ma basta con la follia dell’innamorarci dei nostri carnefici e della scelta del suicidio!

twitter@magdicristiano

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