Obama ieri ha fatto sapere che gli Stati Uniti non tollereranno l'uso di armi chimiche contro i ribelli da parte dell'esercito di Assad: "Per noi quella è una linea rossa", ha detto il presidente Usa. "Vi sarebbero enormi conseguenze se dovessimo accorgerci di movimenti o utilizzi di armi chimiche. Tutto ciò cambierebbe i miei piani in maniera significativa". Un altolà vero e proprio. Oggi arriva la risposta della Siria. "Una storia pensata all’estero, che ci ricorda la storia dell’Iraq", ha detto il vicepremier siriano Qadri Jamil rispondendo, in una conferenza stampa a Mosca, ad una domanda sull’ipotesi relativa a possibili armi chimiche presenti in Siria. "L’Occidente cerca una scusa per un intervento armato in Siria. Se questa scusa non funziona, ne troveranno altre. Ma noi diciamo che questo non è possibile", ha aggiunto Jamil.
Il vice premier ha poi definito il monito del presidente americano "semplice propaganda" legata alla campagna elettorale per le presidenziali americane. A ogni modo Jamil ha avvertito che un intervento militare in Siria porterebbe a un "confronto più ampio dei confini siriani". Non si è fatta attendere la risposta americana. La Casa Bianca ha replicato alle critiche sottolineando che "gli Stati Uniti vigilano costantemente sulle scorte di armi chimiche presenti in Siria e qualunque uso o tentativo di proliferazione sarebbe un grave errore".
Il vicepremier siriano ha anche detto che il Paese sarebbe pronto a discutere delle dimissioni del presidente Bashar al Assad.
Attivisti: 40 giustiziati vicino a Damasco
Intanto si continua a combattere in Siria. Solo oggi, secondo gli attivisti, sarebbero state uccise 152 persone, tra cui anche donne e bambini. I corpi di una quarantina di persone, giustiziate con colpi di arma da fuoco alla testa, sono stati rinvenuti oggi nei pressi di Damasco. Lo riferiscono i Comitati di coordinamento locali, precisando che i corpi sono stati trovati nei sotterranei della moschea Omar di Muaddamiya, sobborgo a sud-ovest della capitale. Alcuni testimoni hanno riferito oggi dell’ingresso di blindati e carri armati dell’esercito di Damasco all’interno della cittadina, roccaforte dei ribelli. Secondo le testimonianze riferite dai Comitati di coordinamento, i militari sono penetrati nel primo pomeriggio nel sobborgo protetti dai blindati, dando fuoco a negozi e abitazioni e uccidendo i civili in fuga.
Dal canto suo, l’agenzia ufficiale Sana non fa alcun riferimento alle violenze riportate a Muaddamiya, da ieri sotto i colpi dell’artiglieria governativa e dei bombardamenti di elicotteri militari. La guerra, oltre che con le armi, si combatte anche con le notizie.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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