Crisi siriana

Siria, Obama rinvia tutto al Congresso

L’ambasciatore siriano all’Onu: "Obama si è arrampicato fino alla cima dell'albero e non sa come scendere". Il viceministro siriano: "Rimaniamo col dito sul grilletto"

Siria, Obama rinvia tutto al Congresso

Come anticipato da Barack Obama, la Casa Bianca ha richiesto formalmente al Congresso degli Stati Uniti l’autorizzazione per condurre attacchi militari in Siria. Il Senato voterà sulla risoluzione entro il 15 settembre, ha fatto sapere il capo della maggioranza democratica nella Camera alta, Harry Reid.

Nella bozza di risoluzione si spiega che "l’obiettivo dell’uso della forza da parte degli Stati Uniti con questa autorizzazione dovrebbe essere quello di scoraggiare, bloccare impedire e limitare il potenziale per un futuro impiego di armi chimiche o di altre armi di sterminio". In attesa che il Congresso decida (cosa che avverrà non prima del 9 settembre), la Francia ha fatto sapere che non agirà da sola, ma attenderà una decisione degli Usa, dopo il dibattito al Congresso.

Iran e Siria invece sbertucciano Obama. "Si è arrampicato fino alla cima dell’albero e adesso non sa come scenderne", ha detto l’ambasciatore siriano all’Onu, Bashar al Jafari, sulla decisione del presidente americano di chiedere l’approvazione del Congresso per un attacco alla Siria. In un’intervista con la Tv di Stato da New York, Jafari ha detto che Obama "ha fatto bene a rivolgersi al Congresso, è così che il premier britannico David Cameron è sceso dall’albero".

Che l’annuncio di ieri del presidente americano Barack Obama "sia solo un rinvio o un dietrofront", l’atteggiamento dell’amministrazione Usa su un possibile attacco in Siria "è diventato ormai oggetto di sarcasmo da parte di tutti", ha affermato il vice premier siriano Qadri Jamil. Che poi ha aggiunto: "La determinazione della Siria a rispondere ad un attacco americano ha sventato l’aggressione. Rimaniamo con il dito sul grilletto".

L’opposizione siriana è invece "delusa" dalla decisione del presidente Usa Barack Obama, ha fatto sapere Samir Nashar, membro del direttivo della
Coalizione nazionale siriana, aggiungendo che "ci aspettavamo un attacco diretto ed imminente, ma pensiamo che il Congresso approverà i raid".

Provocazione di Sarah Palin nel dibattito per un possibile intervento militare americano in Siria: "Lasciamo che ci pensi Allah", ha scritto l’ex governatore dell’Alaska ed ex candidata alla vicepresidenza Usa sul suo profilo Facebook, ironizzando poi su Obama: "Un premio Nobel per la pace che adesso ha bisogno di ottenere l’approvazione del Congresso prima di portarci in guerra".

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