Dopo le stragi Emanati 23 decreti esecutivi

«Dobbiamo agire ora, facciamo la cosa giusta contro l'epidemia di violenza in questo Paese». Il presidente Barack Obama, come aveva promesso, interviene alla vigilia del suo secondo insediamento alla Casa Bianca per rendere note le misure sulla limitazione delle armi da fuoco che aveva annunciato all'indomani della strage nella scuola elementare di Newtown. «Non credo che proteggere i nostri bambini sia un tema su cui dovremmo dividerci», ha detto il presidente che ha aggiunto che «le tradizioni sul diritto degli americani di portare armi vanno rispettate, ma è giunto il momento di fare qualcosa per proteggere le nostre comunità».
Obama ha scelto una scenografia a effetto per dimostrare che fa sul serio: ha firmato 23 ordini esecutivi, che entreranno immediatamente in vigore senza bisogno dell'approvazione del Congresso, circondato da un gruppo di bambini. Un'immagine che ha fatto subito il giro del mondo. Ai rappresentanti del popolo il presidente si è rivolto chiedendo di non frapporre ostacoli alla sua iniziativa, che secondo i più recenti sondaggi gode dell'approvazione del 55 per cento degli americani e che è stata preceduta dall'approvazione di leggi restrittive sulla circolazione delle armi da fuoco negli Stati di New York e del Maryland.
Il piano di Obama si basa su quattro punti principali: controlli preventivi su tutti coloro che acquistano armi da fuoco (anche nelle fiere campionarie dove non era prevista alcuna verifica), per accertare se hanno precedenti penali o problemi di salute mentale; divieto della vendita dei fucili d'assalto e dei caricatori ad alta capacità di proiettili; misure per rendere più sicure le scuole con più risorse e personale e piani di emergenza più efficaci; miglior funzionamento delle strutture sanitarie che si occupano della cura delle malattie mentali.
Sembra però escluso che i difensori del diritto dei cittadini americani di portare armi si arrendano senza combattere. Le reazioni all'iniziativa del presidente sono anzi state molto decise. La National Rifle Association (Nra), celebre lobby americana delle armi da fuoco, aveva ribadito l'altro giorno che «l'unico modo per fermare un uomo cattivo con una pistola è un uomo buono con una pistola» e ieri ha accusato Obama di essere «un ipocrita snob» che garantisce per decreto la protezione del Secret Service alle figlie mentre respinge la proposta di avere guardie armate nelle scuole. «Le figlie del presidente sono più importanti dei vostri figli?», chiede la voce narrante di un filmato diffuso sul sito della Nra che la Casa Bianca ha definito «ripugnante». «Sarà la battaglia del secolo - ha minacciato la lobby in una lettera che ha inviato ai suoi milioni di iscritti -: Non è per proteggere i bambini o per fermare i crimini.È per vietare le vostre armi».


Nonostante la pesantezza dei toni, questo è niente al confronto di quanto minacciato dal deputato repubblicano del Texas Steve Stockman, che martedì si era detto pronto a chiedere addirittura la procedura di impeachment (decadimento dalla carica in seguito ad atti illeciti nell'esercizio delle funzioni pubbliche) nei confronti del presidente qualora avesse deciso - come ieri ha effettivamente fatto - di far entrare in vigore nuove norme di controllo sulle armi da fuoco con ordini esecutivi.

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