Interrogati hanno risposto: estrema destra. È la svolta dei giovani elettori francesi anzi giovanissimi, per molti di loro a maggio sarà la prima volta e hanno deciso di votare per lei: Marine Le Pen, incarnazione della destra dura e pura. A due settimane dal voto, i neo elettori, quelli che a prima vista sembrerebbero un pubblico distratto e inesperto, in realtà, non ammettono sfumature. Secondo un sondaggio infatti i giovani tra i 18 e i 24 hanno infatti scelto la leader del Fronte Nazionale per il 26%. Una percentuale che supera quella dei giovani che hanno intenzione di votare per Hollande, il 25%. In calo l’eterno innamoramento dei giovani per la sinistra. E non solo: le giovani generazioni appaiono molto interessate alla campagna elettorale (più del 50 per cento degli intervistati ha dichiarato che andrà a votare). La candidata, che proprio martedì 13 marzo ha annunciato di aver ottenuto i 500 assensi di sindaci necessari per potersi candidare all’elezione, sta rimontando.
I consensi di Le Pen rimangono stabili tra gli elettori più anziani, ma sono in netto progresso tra coloro che all'ultima elezione non hanno potuto votare perché ancora minorenni. Il suo partito ha così guadagnato ben quattro punti percentuali dall’ultimo sondaggio, e ha superato sia Nicolas Sarkozy sia gli altri candidati. Lo rivela l’ultimo sondaggio secondo cui la leader di destra piacerebbe molto di più comunque di Sarkozy per il quale i giovanissimi sarebbe al 17%.
La Le Pen, entrata tardi in questa campagna elettorale, ora tira fuori le unghie. Sa bene su quali temi attirare l’attenzione. Ha promesso misure «concrete ed efficaci» per rilanciare il potere d’acquisto, prendendosela con i colossi dell’energia e della grande distribuzione e con i loro «immensi profitti», in un comizio a Lione ha tonato contro la banca d’investimenti americana Goldman Sachs, affermando che «sostiene governi ovunque», «piazza i suoi uomini ai vertici dei paesi dell’eurozona. La Goldman Sachs ha messo il suo uomo al vertice della Banca centrale europea». «In Grecia, Italia e BCE - ha sottolineato - gli oligarchi hanno preso il potere».
Applausi e tifo da stadio. I ragazzi si riconoscono nel discorso di protesta e contestazione di Marine Le Pen, e si interrogano sulle capacità del presidente uscente. Secondo Anne Muxel, direttrice di ricerca del prestigioso Istituto di studi politici di Parigi parla di «scelte sintomatiche di un voto anti-sistema». «Questi ragazzi che nel 2007 hanno visto i loro genitori votare per Sarkozy- ha spiegato- sono ora testimoni della delusione delle loro famiglie e prestano quindi attenzione, come i più anziani, al discorso estremista».
In ritardo rispetto alle previsioni che la davano «esplosiva» nel primo turno, ora la signora ha inasprito i suoi toni.
Nei comizi, ha puntato sull’immigrazione e sulle paure rispetto alla crisi economica e ai mercati finanziari, Marine Le Pen attacca e piace. Lo sa Nicolas Sarkozy, che ieri, parlando davanti a migliaia di sostenitori a Saint Raphael, in Costa Azzurra, considerata terra di Marine, ha sferrato un duro attacco alla leader dell’estrema destra. «Capisco le loro sofferenze», ha detto il presidente, «ma il voto per il Fronte Nazionale non farà che aumentarla e si farebbe solo il gioco del socialista Francois Hollande». Trema Sarko ma anche Hollande che punta sul «banlieues-tour», un giro delle periferie a ritmo forsennato per tentare di ritrovare quell’ispirazione che portò i quartieri emarginati a votare nel 2007 per Segolene Royal.
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