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La truffa dell'oligarca Ablyazov è costata 250 milioni all'Italia

Almaty (Afghanistan) Mukhtar Ablyazov ha fregato pure le banche italiane per la bellezza di 250 milioni di dollari. Noccioline in confronto al buco di 10 miliardi denunciato nel 2009 dalla Bta, la terza banca del Kazakhstan che guidava come presidente. Pur sempre un bel gruzzolo di crediti ripartiti fra otto istituti italiani: Unicredito italiano (oggi Unicredit, ndr), Banca Popolare di Vicenza, Banca Monte dei Paschi di Siena, Mediobanca, Banca agricola mantovana, Banca Antonveneta e Banca Ubae. A questo punto bisognerebbe chiedersi con che soldi l'oligarca kazako, che fa pure il dissidente, pagava l'affitto di 8mila euro della villa di Casal Palocco. La magione alle porte di Roma dove nel famoso blitz del 28 maggio la polizia ha trovato solo alcuni parenti, compresa la moglie e la figlia di sei anni di Ablyazov, poi vergognosamente espulse.
La mazzata l'ha presa Unicredito (la banca che dal 2008 in poi si chiamerà Unicredit, ndr) sopportando le perdite più ingenti fra le banche italiane. Chi lavora al caso fa notare che «la larga parte di esposizione di Unicredito è stata provocata dall'acquisizione della Hvb, una banca tedesco-austriaca che ha numerosi accordi di partenariato in Kazakhstan». Non solo: nel 2010 la Aft Bank kazaka, controllata dall'istituto italiano, ha improvvisamente accusato perdite per 15,9 miliardi di tenge (85 milioni di euro circa). Un colpo gobbo messo a segno da Ablyazov quando era presidente della Bta.
Il premier Enrico Letta aveva scritto, in una lettera ai parlamentari del Comitato di controllo dei servizi segreti, che l'intelligence non sapeva nulla di Ablyazov perché «non minacciava la sicurezza nazionale». Però aveva assestato sonore fregature al nostro sistema bancario, strategico in un momento di crisi. Fra gli istituti finiti nei raggiri risulta anche il Monte dei Paschi, salvato dallo stato.
Il sistema Ablyazov si basava su una costellazione di 700 scatole cinesi create ad hoc per far sparire i soldi, secondo i giudici inglesi che l'hanno condannato a 22 mesi per oltraggio alla corte sequestrandogli proprietà a Londra per 3,7 miliardi di dollari. L'oligarca dissidente nominava parenti, affiliati e amici a capo di società spesso nei paradisi fiscali off shore. Una delle truffe scoperte riguarda il prestito di 1 miliardo di dollari per investire in macchinari nel mercato petrolifero e del gas. Peccato che le apparecchiature da comprare non esistevano e i soldi non sono mai stati restituiti alla banca. Ablyazov ha distratto fondi anche per alcuni progetti edilizi in Kazakhstan attraverso un dipartimento segreto di erogazioni di prestiti per la costruzione della torre Eurasia a Mosca. Non a caso i russi e gli ucraini sono i primi a volere l'estradizione di Ablyazov, che è temporaneamente agli arresti in Francia. La battaglia per l'estradizione, con gli avvocati difensori che già chiedono la libertà su cauzione, potrebbe essere lunga e andare avanti fino in autunno. A proteggerlo nella villa in Costa Azzurra, dove è stato arrestato mercoledì, c'era addirittura «una milizia privata» secondo i francesi. A mettere Parigi sulle sue tracce è stata la sua ex banca, la Bta. L'amministratore delegato Pavel Prosyankin spiega che «l'arresto è frutto degli sforzi diligenti di recuperare i miliardi rubati quando (Ablyazov) era presidente». «La Banca Bta - riferisce la nota - ha fornito informazioni sulla localizzazione di Ablyazov alle autorità francesi, che hanno agito rapidamente per procedere all'arresto».www.

faustobiloslavo.eu

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