Cappellino da baseball su capelli grigi rasati, barba di due o tre giorni, giubbotto smanicato (ma ieri indossava un parka color kaki), fra i 35 e i 45 anni, alto tra il metro e settanta e il metro e ottanta, pelle bianca, apparentemente europeo, in mano un fucile a pompa con cartucce calibro 12, le stesse sparate ieri. Ecco chi è l'uomo che sta terrorizzando Parigi, l'immagine tratta dai fermi delle telecamere in funzione nella sede della tv Bfm, dove venerdì ha tentato il primo colpo. È lui il mancato killer che ieri ha trasformato le sedi degli organi di informazione della capitale francese in fortezze da difendere come i palazzi del potere che accolgono i summit dei Grandi.
«Se i giornali e i media devono diventare bunker - dice Nicolas Demorand, direttore di Libération, il volto scuro mentre parla ai colleghi delle tv - significa che qualcosa non sta andando per il verso giusto nella nostra società». E ieri a Parigi le cose sono andate parecchio storte sin dalla mattina. Mentre il presidente François Hollande si trova in visita ufficiale in Israele, alle 10.57 un messaggio telegrafico, nello stile Twitter, dove è stato pubblicato, annuncia l'impensabile sull'account del quotidiano progressista con sede in rue Béranger, nel cuore della capitale: «Un uomo apre il fuoco a Libération, un fotografo ferito». Nella hall del giornale pare che tutto si consumi nell'arco di due spari, gli stessi che feriscono al torace e all'addome, in maniera molto grave, l'assistente di un fotografo che lavora per la testata, 23 anni. Tutto accade poco prima delle 10.15. Chi si precipita sul posto racconta di aver visto sangue dappertutto e cartucce al suolo. L'attentatore si dilegua immediatamente ma non sparisce, fugge a piedi, si ripalesa davanti alla sede della banca Société Générale, alla Défense, in periferia, e apre il fuoco anche lì, stavolta senza ferire nessuno, poi prende in ostaggio un automobilista e lo costringe a portarlo davanti all'Hotel George V, vicino agli Champs Elysées, dove si dilegua tra migliaia di francesi ai primi assaggi di shopping natalizio.
Da quel momento e ancora in queste ore è l'obiettivo numero uno di un'imponente operazione di polizia in corso davanti alle sedi dei media francesi e nelle strade di Parigi, dove si alzano gli elicotteri perché mister X è ancora libero e - dicono testimoni e il ministro dell'Interno Manuel Valls - ancora molto pericoloso. Oltre al fucile avrebbe con sé una borsa piena di bombe a mano. L'unica certezza è che si tratti della stessa persona che venerdì è entrata nella sede della televisione Bfm, ha minacciato un giornalista e dopo aver tolto due cartucce dal suo fucile ha minacciato: «La prossima volta non mancherò il colpo». E così è andata.
L'uomo avrebbe agito da solo: «Tenuto conto delle similitudini in queste quattro situazioni nel modus operandi, nell'abbigliamento e nelle munizioni recuperate, la pista dell'autore unico è privilegiata», afferma il procuratore di Parigi, François Molins, mentre sottolinea che l'identità dell'attentatore è sconosciuta e quindi il background sociale e ideologico in cui si muove. L'impressione è che si tratti di un cane sciolto, perciò imprevedibile, con una predilizione per gli obiettivi mediatici ma che ieri si è mosso senza una strategia definita e per questo molto più insidiosa. Resta da capire se e come l'azione del tentato killer possa collegarsi all'attacco informatico subito poco dopo la sparatoria dal sito di Libération, che per qualche ora i giornalisti non hanno potuto aggiornare. All'automobilista che ha preso in ostaggio, l'attentatore avrebbe detto di essere uscito di prigione e di avere ordigni esplosivi nella borsa. Ecco perché «l'unica cosa da fare, come ho detto al ministro dell'Interno e alle forze dell'ordine, è fermare l'attentatore affinché non nuoccia a qualcun altro - ha detto Hollande -. Potrebbe ancora uccidere». Nel frattempo - ricorda il capo dello Stato - quel che è accaduto è che «è stata presa di mira la libertà di informazione».
Il procuratore Molins fa appello a tutti i parigini perché chiunque abbia notizie avverta immediatamente le autorità. E fa sapere: l'attentatore indossa sempre un inconfondibile paio di scarpe da ginnastica color verde fluorescente, con suola bianca.
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