Vietare alle donne di indossare il burqa e il niqb non lede alcun diritto. La Corte europea dei diritti umani dà il proprio imprimatur alla legge francese che viets di indossare il burqa perché nasconde integralmente il viso. Ebbene, con buona pace dell'intellighenzia progressista, la Corte di Strasburgo ha messo nero su bianco che questa legge "non viola il diritto alla libertà di religione né quello al rispetto della vita privata". "La legge - si legge - persegue lo scopo legittimo di proteggere i diritti e le libertà altrui e di assicurare il rispetto dei minimi requisiti del vivere insieme".
La legge francese introdotta nel 2010, pur senza nominarlo, vieta di fatto di indossare il velo islamico integrale nei luoghi pubblici prevedendo una multa di 150 euro o l’obbligo di frequentare corsi di educazione civica per chi dissimula il volto nei luoghi pubblici. Più dura la sanzione per chi obblighi una donna a indossare il burqa contro la sua volontà: 30mila euro di multa. La Corte di Strasburgo si è pronunciata sul ricorso presentato da una 24enne francese con l’avallo di un team legale britannico. I giudici hanno accettato la tesi del governo che sostiene che "il volto gioca un ruolo importante nelle interazioni sociali". I togati affermano, quindi, di "comprendere che vi possano essere persone che possono desiderare di non vedere in luoghi pubblici pratiche o comportamenti che possano mettere in questione in modo sostanziale la possibilità di avere delle interazioni sociali aperte".
Il governo francese ha, dunque, ragione nel sostenere che l’indossare un velo che nasconde il viso viola i diritti altrui a vivere in uno spazio in cui lo stare assieme è agevolato.
Strasburgo però non ha accettato la motivazione secondo cui la legge sarebbe stata introdotta per assicurare la sicurezza pubblica in quanto un divieto totale di niqab e burqa non può essere considerato "necessario in una società democratica". Il governo, infatti, avrebbe potuto ottenere lo stesso risultato imponendo l’obbligo di mostrare il viso in caso di controllo d’identità.
I giudici "bacchettano", però, la Francia ritenendo che emanare leggi come quella in questione possa contribuire al rafforzamento di stereotipi e intolleranza verso certi gruppi, mentre lo Stato ha il dovere di promuovere la tolleranza.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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