Villepin, l’arcinemico di Sarkò escluso dalla corsa all’Eliseo

Villepin, l’arcinemico di Sarkò escluso dalla corsa all’Eliseo

L’annuncio dal Presidente del Consiglio, oggi, lunedì, alle ore 17.30, coinciderà con l’inizio della campagna ufficiale, che obbliga tutti i media in Francia a garantire una perfetta parità a tutti i candidati, qualunque sia la loro importanza. Nella corsa all’elezione presidenziale in Francia, una prima tappa importante è il deposito delle 500 firme necessarie agli eletti per potere candidarsi al primo turno. Una prima notizia rivela a sorpresa che Dominique de Villepin non parteciperà alla corsa per le elezioni. L’ex Primo-Ministro di Jacques Chirac non è riuscito ad avere le 500 firme. Dominique de Villepin si era candidato inaspettatamente alle Presidenziali del 2012, portando scompiglio nella destra francese e nell’Ump, il partito di Sarkozy. Nel 2004 lo scandalo politico-finanziario Clearstream (dal nome della banca lussemburghese Clearstream) gli impedì di correre per l’Eliseo, estromettendolo per sei anni dalla scena politica. Poi, dopo due processi e due assoluzioni, il delfino di Chirac si era detto pronto a «difendere una certa idea di Francia», mettendo in difficoltà il Presidente Sarkozy. Villepin aveva già anticipato nei giorni scorsi che non sarebbe riuscito nel suo intento. Ora, la conferma ufficiale della sua estromissione. L’elezione presidenziale 2012, secondo i sondaggi, sembra confermare un bipolarismo della politica francese con un probabilissimo confronto al secondo turno tra le due tendenze: il Partito Socialista, rappresentato da François Hollande, e l’Unione per un Movimento Popolare, partito del Presidente Nicolas Sarkozy. Ma altri candidati sono pronti a combattere per difendere il loro progetto. Si punta sulle paure dei francesi, prima tra tutte quella per gli immigrati. Tre candidature peseranno sul secondo turno, conferma Alexandre Bezardin, coordinatore UMP per l’Italia: «L’estrema destra con Marine Le Pen, l'estrema sinistra con Jean-Luc Melenchon e François Bayrou». Insomma, all’alba di un’elezione presidenziale, che si terrà in Francia i prossimi 22 aprile e 6 maggio, i francesi sono di fronte ai loro dubbi: dovranno scegliere. Sostenere la candidatura di Nicolas Sarkozy per la sua leadership durante la crisi, oppure tagliare col passato e fare la scelta del cambiamento proposto dai socialisti mettendo fine a circa 17 anni di presidenza di destra. Tante domande, tanti interrogativi.
Certamente sarà una nuova era nella politica francese. Una cosa è certa: a 40 giorni da un’elezione che non ha ancora creato un’adesione popolare estrema e forte, rispetto al 2007, Sarkozy ha compreso che la crisi sta diventando il suo più grande alleato. Il paradosso vuole infatti che le imperfezioni del Presidente si siano trasformate in una qualità durante le ultime settimane. Considerato dal popolo francese come l’uomo che ha trasgredito la funzione presidenziale, Nicolas Sarkozy ha personalizzato la carica durante una crisi senza precedenti.

Da solo di fronte ai francesi a solamente 40 giorni dall’elezione elettorale, Nicolas Sarkozy non si arrende e misura l’importanza dei suoi sostegni: Barak Obama, Angela Merkel, Mario Monti e David Cameron, ma sa anche che la rappresentanza di una leadership in Europa non è forse una risposta sufficiente agli occhi di un popolo più esigente che mai. La vera outsider è Marine Le Pen, la candidata del Front Nazional che è riuscita a mantenere una base politica solida di estrema destra, circa il 16%. Per questo Le Pen sta diventando la chiave del secondo turno.

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