Washington prova a puntellare l'asse con Bruxelles. Obama torna in Europa a marzo

Il presidente Usa sarà in Olanda per parlare di sicurezza nucleare, a Bruxelles per un incontro coi vertici europei. Poi vedrà Papa Francesco, Napolitano e Letta

Washington prova a puntellare l'asse con Bruxelles. Obama torna in Europa a marzo

Pace fatta tra Stati Uniti ed Europa dopo lo scandalo intercettazioni scoppiato dalle rivelazioni della talpa dell'Nsa, Edward Snowden? È ancora presto per dirlo. Sicuramente Obama ha interesse a puntellare l'asse con Bruxelles, perché vuole portare a casa l'accordo di libero scambio fra Usa ed Unione europea. Ma in ballo ci sono anche altre cose. Per questo e per altre ragioni Barack Obama torna in Europa, a marzo. Farà tappa in Olanda, Belgio e Italia. Il tour nel Vecchio Continente partirà dall'Olanda, dove l’inquilino della Casa Bianca sarà il 24 e il 25 marzo in occasione del summit sulla sicurezza nucleare: in quell'occasione i leader mondiali dovranno mettere in luce i progressi fatti e "si impegneranno a compiere futuri passi per prevenire il terrorismo nucleare". Tema molto caldo: si parlerà di Iran ma non solo. Il 26 marzo Obama sarà invece a Bruxelles, per un incontro con i vertici del Consiglio europeo e della Commissione europea. In programma anche un vertice con il segretario generale della Nato, Anders Fogh Rasmussen.

La Casa Bianca informa poi che il presidente sarà in Vaticano il 27 marzo per incontrare Papa Francesco. Nel comunicato si sottolinea che il presidente Obama "è ansioso di discutere con papa Francesco del loro comune impegno contro la povertà e le crescenti disuguaglianze". Il presidente e la first lady Michelle incontrarono il predecessore di Bergoglio, Benedetto XVI, nel luglio 2009. A Roma Obama incontrerà il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e il presidente del Consiglio Enrico Letta.

Nei giorni scorsi Obama aveva annunciato la riforma delle intercettazioni (in buona sostanza l’intelligence dovrà ottenere l’autorizzazione del tribunale segreto prima di poter registrare e conservare i dati telefonici), chiarendo, poi, che gli Stati Uniti avrebbero comunque continuato a intercettare i governi stranieri. La "svolta" di Obama ha deluso l'Europa. Dopo un accurato rapporto proprio sull'Nsa l'eurodeputato socialista Claude Moraes ha, insieme ad alcuni suoi colleghi, espresso un concetto molto chiaro: le parole di Obama sono insufficienti per restaurare i diritti e un clima di fiducia. "Avevamo bisogno di un chiaro messaggio per rassicurare i cittadini dell’Europa Unita, che hanno serie preoccupazioni riguardanti l’uso di metadati per scopi potenzialmente negativi o illegali. Volevamo sentirci dire che avranno diritto a un ricorso giurisdizionale, che si potrà impedire tali azioni potenziali della Nsa. Il discorso si è soffermato sulle possibili conseguenze commerciali delle rivelazioni di Edward Snowden sulle società statunitensi: per i cittadini dell’unione europea la questione è invece se il presidente ha fatto abbastanza per ripristinare il danno alla reputazione di molte grandi aziende IT che hanno sofferto per le accuse di collaborazione con la NSA.

Al fine di ricostruire questa fiducia, c’è bisogno che le autorità statunitensi pongano fine alla discriminazione attuale, in cui i cittadini europei hanno bassi livelli di diritti di privacy rispetto ai cittadini statunitensi".

Resta il fatto, indubitabile,che l'Europa ha bisogno degli Stati Uniti. Ma anche l'America non può rinunciare a un rapporto privilegiato con il Vecchio Continente.

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