La Fabi dichiara guerra al piano industriale di Intesa Sanpaolo. Lannuncio di 10mila esuberi è «socialmente vergognoso», attacca il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni, giudicando «sconcertante» lo stesso silenzio della classe politica. «Non esiste in Italia unaltra azienda privata - prosegue Sileoni - che decide di privarsi di 10mila posti di lavoro e non esiste, in Italia, un altro settore come quello bancario oggetto di tagli al personale così drammatici e consistenti».
Un affondo durissimo, cui Intesa ha replicato definendo «senza fondamento» le posizioni della Fabi, ma confermando i numeri del piano che prevede la riqualificazione produttiva di almeno 5.000 unità, con la riconversione a ruoli commerciali per lo sviluppo dei ricavi, e una riduzione di organico di almeno 3mila dipendenti. La scontro in Intesa aumenta la violenza del conflitto in atto tra i sindacati e lAbi sul mancato rinnovo del Fondo di solidarietà, il principale ammortizzatore sociale del settore, perché considerato troppo oneroso dal sistema creditizio e sulle trattative per il rinnovo del contratto nazionale. Dal 2000 il Fondo ha accompagnato alla pensione migliaia di lavoratori in modo volontario.
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