Cultura e Spettacoli

GLI ETERNI GOLIARDI DEL BAGAGLINO

Ogni volta che appaiono sembra che il tempo si sia fermato. L’orologio della loro satira, che non desidera spiazzare ma ammiccare, segna sempre la stessa ora, non cambiano mai né vogliono cambiare. È questa la forza, e il limite, della premiata compagnia stabile, stabilissima, del Bagaglino. Si guarda Torte in faccia (giovedì su Canale 5, ore 21) con la tranquillizzante consapevolezza di ritrovarsi davanti i vecchi goliardi di sempre, con i travestimenti che strappano i soliti oh di meraviglia e qualche colpo di gomito che vuol dire: «Hai visto? Preciso!». Rieccoli, fedeli nei secoli a se stessi, con le loro battute un colpo al cerchio e uno alla botte, l’immancabile parodia della De Filippi, Lionello nelle vesti del Berlusca, la presa in giro di Prodi-mortadella, il corollario di molte cose già viste e sentite che confermano l’abitudine a quella satira casereccia che ha fatto la fortuna di Pingitore e compagnia. Ogni tanto spunta qualche personaggio nuovo, tipo Ricucci accompagnato da una analoga imitazione di Anna Falchi, ma la sorpresa dura un attimo perché poi arriva puntuale e attesa la vecchia gag riadattata per l'occasione: la bella che chiede «Mi compri il Corriere?» (inteso come azienda) e lui che risponde «Già fatto!» ed estrae una semplice copia del quotidiano, anche se quel punto il finale lo sapevamo già tutti. E che dire di Pippo Franco? Tutti sempre a parlare del tempo che non passa mai per Gianni Morandi e nessuno che spenda una parola per Pippo Franco solo perché è brutto. Ok, è brutto ma anche lui non cambia mai. In tanti abbiamo scoperto la televisione e c’era la faccia dinoccolata di Pippo Franco, siamo nel frattempo invecchiati e Pippo Franco ha ancora la stessa faccia di sempre come se non fossero passati lustri su lustri. E il politico in prima fila che sorride e partecipa divertito? C’è anche lui, naturalmente. E anzi, in questa stagione pare farsi parte ancora più attiva. Ospite della prima puntata Clemente Mastella che tira fuori la battuta più bella dell’intera serata, anche se si era già sentita pure questa: «Io un voltagabbana? Ma io sto sempre al centro, sono gli altri che si spostano». Poi si sottopone a un fuoco di fila di domande che devono far decidere il pubblico se merita o no una torta in faccia, e lui anticipa tutti e provvede da solo così si è tolto il pensiero. E Pamela Prati? C’è naturalmente anche lei, un’altra delle presenze che ti aspetti e che non poteva mancare, affiancata questa volta da Aida Yespica, che è invece una novità e, guarda caso, sembra l'unico pesce fuor d'acqua.

Buona l’accoglienza del pubblico, apprezzabile la volontà di ridurre il tasso di volgarità, rassicuranti probabilità che nessuna battuta provochi interrogazioni parlamentari.

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