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«Euforia finita: bisogna scegliere»

Giuliani (Azimut): «Alcuni hedge distruggono il mercato ma un buon fondo deve rendere il 7%»

Massimo Restelli

da Milano

Sui mercati finanziari si naviga a vista e i grandi investitori restano alla finestra ma a esasperare la situazione sono «alcuni fondi speculativi di scarsa qualità che vendono a piene mani anche realtà solide pur di salvaguardare il guadagno accumulato nell’anno». L’amministratore delegato di Azimut, Pietro Giuliani, sintetizza così l’attuale altalena delle Borse internazionali che potrebbero esaurire la spinta propulsiva fino a «lasciare sul terreno il 5-10% nei prossimi dodici mesi». Un quadro complesso dove a restare con il cerino in mano rischiano ancora una volta di essere i piccoli risparmiatori, prosegue Giuliani che sottolinea lo spettro di una bolla immobiliare ma non cerca alibi dal punto di vista dei risultati che il risparmio gestito deve garantire ai propri clienti: «Un buon fondo deve rendere almeno il 3% sopra i Bot».
Perché questo ribasso dei mercati?
«L’effetto liquidità si sta esaurendo. Le Borse internazionali potrebbero perdere fino al 10%, i primi a cedere saranno l’Est e le piccole realtà».
Allora perché tante matricole?
«È la coda di un periodo di crescita iniziato nel 2003: qualsiasi cosa proponi oggi è assorbito dagli investitori, ma attenzione, i rialzi generalizzati sono finiti».
Su quali aree conviene puntare?
«Il Giappone ha dato segnali di miglioramento ma non sarà l’Eldorado. Da un anno gli Usa perdono terreno, ma ripartiranno prima degli altri. In pratica, quando l’S&P cederà il 4-5% sarà ora di tornare a comprare. L’Europa è un passo indietro, rischia un ribasso superiore al 5%».
E dal punto di vista settoriale?
«La situazione cambia ogni giorno».
Cosa consiglia alle famiglie?
«Segliere il professionista giusto. Azimut ha dato negli ultimi tre anni rendimenti doppi rispetto alla media del risparmio gestito. La nostra scelta è stata quella di mantenere una componente azionaria superiore al 50%, ma assorbendola in fondi flessibili e bilanciati. Sul reddito fisso siamo molto corti».
Quanto deve rendere un buon fondo?
«Compensando l’andamento piatto degli Usa, il rialzo dell’Europa (più 13%) e l’area del Pacifico, a fine anno un buon flessibile dovrebbe assicurare un guadagno netto al cliente del 7,5%, in pratica 5-6 volte i Bot. E i bilanciati il 4,5-5 per cento.
Cosa si attende dalla Bce?
«Un rialzo dei tassi è inevitabile, la forbice con gli Usa andrà a chiudersi».
Come sarà il rapporto euro-dollaro?
«Non ci saranno grandi cambiamenti nel medio periodo».
Le ricadute del caro greggio?
«I prezzi attuali hanno superato ogni previsione: il brent a questi livelli è fuori da qualsiasi giustificazione».
Ci sarà una bolla immobiliare?
«I fondi immobiliari sono stati l’ultima droga del settore: mi aspetto una flessione del 30 per cento del mercato immobiliare.

Questi prezzi sono giustificati a Londra ma non in Italia».
Come vanno i conti di Azimut?
«Molto bene, a fine anno contiamo di confermare l’andamento di settembre. Probabilmente avremo più risorse da destinare al previsto buy-back».

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