Solo un finale di giornata in ripresa, sui mercati internazionali, salva leuro da una nuova, brutta caduta. Nella tarda mattinata la moneta unica si trovava infatti nei pressi di 1,21 dollari, il minimo degli ultimi quattro anni; soltanto verso la chiusura dei mercati europei è ritornata a 1,23 dollari, più o meno il livello toccato lunedì. La seduta è stata caratterizzata da un atteggiamento di avversione al rischio da parte degli operatori: così si spiega, tra laltro, laumento di 33 punti base dei credit default swap (una sorta di assicurazione anti-fallimento) sul debito italiano, giunti a 225 punti base dopo aver toccato un record di 239. Lo spread tra il Btp e il bund tedesco ha oscillato tra i 160 punti in mattinata e i 149 del pomeriggio. Sotto pressione anche il debito francese, pur classificato «tripla A» dalle agenzie di rating.
Anche la giornata in Borsa ha vissuto due fasi ben distinte: una mattinata con decisi cali su tutte le principali piazze finanziarie, seguita da uninversione di rotta, soprattutto grazie allapertura positiva di Wall Street. I titoli bancari, molto deboli, hanno trascinato i listini al ribasso. Sul comparto hanno pesato le previsioni della Bce: le banche di Eurolandia, dice il Rapporto sulla stabilità finanziaria, rischiano svalutazioni per 360 miliardi di euro per prestiti concessi a famiglie e imprese tra il 2007 e il 2010. Tra gli istituti in maggiore difficoltà le Casse di risparmio spagnole, a causa dello scoppio della bolla immobiliare. Dopo aver già accantonato 238 miliardi di euro per il periodo 2007-2009, questanno le banche europee dovranno accantonare altri 123 miliardi, sostiene la Bce.
Anche il comparto bancario italiano ha registrato forti cali alla Borsa di Milano: Intesa Sanpaolo -3,22%, Unicredit -4,48%, Banco Popolare, Montepaschi e Mediobanca hanno perso circa il 2%, Ubi e Popolare Milano intorno all1,2%.
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