Da oggi questo giornale continuerà a costare un euro. Lo so che a voi non sembrerà una notizia, ma per noi lo è. Per due motivi. Il primo è che alcuni quotidiani hanno deciso l'aumento (chi passa a 1,20 euro, chi a 1,10 euro). Il secondo è che mantenere invariato il prezzo mentre tutto attorno aumenta (costo della carta, costo dei trasporti, ecc.) è una scelta meno scontata di quel che sembra. Soprattutto per chi, come noi, non prende un soldo di contributi pubblici. A differenza di altri.
Tutti i giorni leggiamo sui giornali (soprattutto, ma non solo, sui giornali della sinistra) gli alti lamenti di chi considera un'offesa alla dea stampa ogni tentativo di razionalizzazione dei fondi statali per l'editoria. Ma tutti noi sappiamo che quei fondi hanno nascosto per troppo tempo ingiustificate regalie e ignobili sprechi. E siccome siamo convinti che le battaglie contro gli sprechi richiedano un minimo di coerenza da parte di chi le fa, diciamo: dacci oggi il nostro risparmio quotidiano.
Certo: non è un momento facile per chi stampa giornali. Ci sono Internet e i new media, c'è la free press, c'è la crisi economica che spinge i grandi gruppi a ridurre la pubblicità. Le iniziative collaterali, che hanno sostenuto per anni i quotidiani, hanno inevitabilmente tirato il freno, se non altro perché le famiglie italiane non hanno più armadi dove ospitare i libri allegati. E la politica delle copie omaggio o promozionali per pompare diffusioni inesistenti sta mostrando la corda.
L'altro giorno mio figlio è andato in un'edicola del mare a comprare la Gazzetta dello Sport. Gli hanno rifilato anche il Corriere della Sera in omaggio. «Ma papà lo devo proprio leggere?», mi ha chiesto. Naturalmente sì, gli ho detto. Il giorno dopo l'edicolante, cui ho raccontato la storia, mi voleva abbracciare. «Lo sa quanti ragazzi lo prendono e lo buttano appena fuori?», mi ha detto sconsolato.
È evidente che non è possibile mantenere un mercato così drogato. Per questo il nostro Giornale ha iniziato da qualche tempo un'«operazione trasparenza», con l'intento di riavvicinare le copie tirate a quelle effettivamente vendute. Quando si può meglio ridurre i costi che aumentare i prezzi, no? Per fortuna la nostra famiglia continua ad allargarsi sempre di più: sono proprio di ieri i dati Audipress che confermano la crescita del numero dei lettori del Giornale (più 5 per cento), a fronte di cadute di tanti altri (Libero -3,2 per cento, l'Unità addirittura -10,9 per cento).
Questi risultati ci rendono felici, naturalmente. Ma soprattutto, ci impegnano a fare ancora di meglio. Stiamo preparando alcune sorprese e ve le comunicheremo presto. Fra le sorprese, per il momento, non è previsto l'aumento del prezzo. Sia chiaro: quando in un anno la pasta cresce del 27 per cento, il pane del 12,1 per cento e il gasolio del 31,4 per cento, il quotidiano (fermo da sette anni) può legittimamente pensare a un ritocco. Se sarà necessario ve lo diremo.
Mario Giordano
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