Eurofly pesa su Meridiana

da Milano

Curiosa coincidenza: ieri la Camera ha approvato il decreto che autorizza l’erogazione di un prestito di 300 milioni ad Alitalia, e proprio lo stesso giorno la Commissione europea ha avviato un’indagine per valutare se si tratti di un aiuto di Stato. Il decreto in effetti è del 22 aprile e i 300 milioni sono già entrati nelle casse delle compagnia; la Camera ha accorpato nel testo anche decisioni successive, così che il provvedimento deve ripassare al Senato da dove sarà licenziato entro il 22 giugno. Bruxelles vuole formalmente accertare se si tratti di un aiuto illegittimo; poichè Alitalia ha già ricevuto aiuti di Stato nel 2001 e nel 2004, non potrà accedervi fino al 2014. Il criterio è semplice a dirsi, meno semplice a provarsi: se cioè le condizioni siano le stesse che avrebbe applicato un soggetto privato. Non ha dubbi il presidente di Alitalia, Aristide Police: «Ritengo che non sia affatto un aiuto: è un prestito con scadenza e tassi di interesse, peraltro salati» ha detto ieri, ribadendo che gli interventi, quello presente e quelli passati, sono «conformi al diritto comunitario», riferendosi anche al processo di privatizzazione in corso. Nella lettera inviata da Bruxelles a Roma - che porta la firma del neo commissario europeo ai Trasporti, Antonio Tajani - restano però «forti dubbi», almeno ala luce della documentazione inviata dalle autorità italiane.
La questione degli aiuti di Stato e di un’ipotetica infrazione Ue sembra però sollevare tanto rumore per nulla. Innanzitutto, l’Ue non ha adottato la sospensione immediata del finanziamento, decisione che peraltro ha rarissimi precedenti. Inoltre, le autorità europee hanno fatto sapere che terranno conto della prospettiva di cessione della compagnia. Poi, i tempi: il governo italiano ha 15 giorni per le controdeduzioni, mentre la Commissione avrà al massimo 18 mesi, che scadono nel dicembre 2009, per esprimersi; il prestito, che è appunto chiamato «ponte», scade il 31 dicembre. Incrociando queste date con le esigenze temporali di Alitalia - Intesa Sanpaolo sta lavorando per avviare una soluzione a fine mese, e per elaborare durante l’estate un piano industriale che porti in autunno alla cessione - si capisce come l’iter avviato da Bruxelles sia sostanzialmente pleonastico. E certo di questo hanno tenuto conto, con sano pragmatismo, all’atto di decidere il finanziamento, il presidente del Consiglio Berlusconi e il ministro del Tesoro Tremonti. Ha detto ieri il ministro dei Trasporti, Matteoli: «Non mi preoccupa il richiamo Ue, mi preoccupa la situazione di Alitalia».
Forse non è inutile ricordare il caso dell’Olympic. Nel dicembre del 2002 l’esecutivo comunitario decise che lo Stato greco doveva recuperare 160 milioni di euro di aiuti erogati illegalmente alla compagnia Olympic, ma a oggi tale decisione è rimasta lettera morta, senza danni tangibili per Atene. E solo una seconda condanna dello Stato greco da parte della Corte di giustizia Ue potrebbe far scattare sanzioni pecuniarie. Nel frattempo non esiste nemmeno più Olimpic Airways, trasformatasi nel 2003 in Olympic Airlines.


Per quanto riguarda la privatizzazione, ieri il presidente Police ha ribadito che Intesa Sanpaolo «allo stato è solo un advisor per la ricerca di una soluzione che passi per la ricapitalizzazione di mercato», senza entrare nel merito di una sua possibile assunzione del prestito. Police ha anche confermato che all’assemblea del 27 o 28 giugno saranno nominati i due amministratori mancanti.

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