Un salto d'oro: è quello di Simona La Mantia che agli Europei indoor di Parigi vince nel triplo e regala all'Italia la prima medaglia della competizione continentale. La palermitana delle Fiamme Gialle centra l'appuntamento con il gradino più alto del podio mettendo a segno una serie fantastica, culminata nella miglior prestazione mondiale dell'anno, misurata a 14,60. Un trionfo netto, che conferma quanto di buono fatto l'estate scorsa agli Europei outdoor di Barcellona 2010, dove fu seconda a sorpresa, dopo tante stagioni passate in infermeria, a loro volta successive ad una carriera giovanile da bimba prodigio.
Il primo salto dell'azzurra è già di livello: 14,17 malgrado il mezzo piede abbondante di distanza dallo stacco, e vale il terzo posto. Le altre volano (la slovena Rodic, 14,35, la slovacca Veldakova, 14,39), e l'azzurra si ritrova quarta prima ancora di rimettersi la tuta. Al secondo salto, esplode in un magnifico 14,60, che vale la leadership parziale e la miglior prestazione mondiale 2011. Non è finita, però, la gara è ancora lunga. La Mantia consolida il primato alla terza, mettendo ancora a segno un eccellente 14,49 (quella che a quel punto è la seconda misura in assoluto della gara). Il quarto fila via con un nullo molto netto, mentre al quinto si rivede la tigre, ancora 14,60, fotocopiato al centimetro, per una serie superlativa. Al sesto, con l'oro già al collo, ancora un nullo, ma i giochi sono fatti.
«Questo era l'obiettivo che mi sono posta fin da quando ho cominciato la preparazione invernale - racconta una emozionata La Mantia - anzi, diciamo subito dopo Barcellona, la scorsa estate, dopo quella medaglia d'argento europea. L'oro di oggi sgombra il campo dagli equivoci, aiuta a far capire che quel podio non era stato un caso. Barcellona mi ha aiutato a capire, a maturare consapevolezza delle mie potenzialità, fiducia nei miei mezzi. Il segreto è solo tanto lavoro, tranquillità, fare una vita regolare, tanto che adesso vorrei regalarmi qualche giorno di divertimenti, magari andare a Eurodisney con la mia famiglia... se ci riuscirò, magari domani...».
«Questa è sicuramente una seconda carriera per me - prosegue - dopo tre anni di infortuni, problemi di varia natura, ora sono un'atleta e una persona diversa». Padre palermitano (Antonino, detto Ninni, ex siepista azzurro anni '70), madre altoatesina (una delle celebri sorelle Mutschlechner, Monica), Simona La Mantia è una specie di inno ai 150 anni dell'unità d'Italia, ne porta dentro i valori: «Da mio padre ho preso la cocciutaggine del sud, il carattere, da mia madre sicuramente la regolarità, la cura nei dettagli, la puntualità. Sì, mi piace l'idea di rappresentare in me il nord e il sud del mio paese, ne sono orgogliosa».
In attesa di vedere all'opera Antonietta Di Martino nella finale del salto in alto, conquistata agevolmente saltando la misura di 1,94 richiesta per l'ammissione diretta alla finale e collezionando il classico percorso netto (tutte misure alla prima prova: 1,80; 1,85; 1,89; 1,92; 1,94), la giornata di gare ha visto il sesto posto di Marco Fassinotti nella finale del salto in alto con la misura di 2.29, il settimo di Chiara Rosa nel lancio del peso. Sesto posto per Marta Milani nella finale dei 400. Decimo posto per Stefano La Rosa nei 3000, undicesimo Daniele Meucci.
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