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Da un’Europa all’altra

Francesco Rizzo

Come sedici anni fa. Anzi, meglio, a giudicare dai dati degli ascolti tv. Domenica 1 ottobre 1989, quando un'Italia che aveva in panchina Julio Velasco da appena trentaquattro partite vinse il suo primo Europeo, battendo la Svezia a Stoccolma, due milioni e mezzo di persone seguirono la finale sul piccolo schermo, rosicchiando pubblico a «Novantesimo minuto». Quello tradizionale, dedicato al calcio di serie A. Domenica sera, invece, quando l'Italia di Gian Paolo Montali ha conquistato a Roma il sesto titolo continentale della nostra storia sotto rete battendo la Russia, oltre sette milioni e mezzo di telespettatori si sono sintonizzati su Rai Due, tra i quali anche il presidente della repubblica Ciampi che poi ha chiamato al telefono Montali: «Siete stati bravissimi, avete fatto una grande rimonta».
Anche così la nuova generazione azzurra si è lasciata alle spalle i mostri sacri del passato. L'oro olimpico resta il sogno, in World League non vinciamo dal 2000 ma in Europa ci confermiamo i più forti anche nell'anno in cui, come dice il ct, «nuovi leader hanno sostituito i vecchi». Totem come Papi, Sartoretti e Giani, in campo pure l'estate scorsa ai Giochi di Atene, hanno preferito le vacanze, mentre fra gli assi azzurri che accesero il fenomeno-volley in quel 1989, spende le ultime stagioni con i club solo qualche irriducibile, come Tofoli e Cantagalli. Gli altri? Anastasi e De Giorgi allenano, Gardini fa il dirigente, Zorzi scrive corsivi per un quotidiano sportivo. E proprio quando «Zorro» picchiava a terra l'ultimo pallone della finale '89, il più anziano degli attuali moschettieri, il libero Corsano, quasi sedicenne, era in viaggio verso la serie A.
Chi sono, allora, gli azzurri campioni europei di oggi? Non certo una squadra giovane: nel sestetto base della finale, l'età più verde sono i 26 anni di Fei e Tencati. Il centrale premiato per il miglior muro del torneo, Mastrangelo, ha virato la boa delle trenta primavere; il regista, Vermiglio, è prossimo alle duecento presenze. L'asse portante reca la targa di Treviso, visto che quattro uomini - fra cui Cisolla, nominato miglior giocatore - arrivano dal club che governa lo scudetto dal 2003. Ma, rispetto all'Italia dell'89, formata per metà da rappresentanti dell'asse storica Modena-Parma, la nazionale riflette un campionato e un volley che cambiano: il goriziano Cernic, lasciato libero proprio da Modena, adesso farà l'emigrante in Grecia; uno dei volti nuovi, Lasko, nato in Polonia, ha scelto i calabresi di Vibo Valentia; il «baby» Savani (classe 1982) gioca in una nuova big quale Trento.
L'eredità che Azzurra di oggi raccoglie dalla nazionale pigliatutto degli anni '90 resta però quella di squadra che non ha bisogno di «operazioni-simpatia» come i colleghi della pedata, poiché assai amata dai tifosi. Dalle tifose, soprattutto, avendo il volley una componente-rosa fortissima, a cominciare dai tesserati: 217.445 l'ultimo dato per le donne, 77.543 per gli uomini. Cifre che spiegano anche l'abbondanza di pubblico femminile sugli spalti, entusiasta e corretto. E fantasioso, come conferma, fra i mille, lo striscione «Fei telefonami» che tale Valentina ha esposto nel pienone del Palalottomatica...
«Il gentil sesso è largamente rappresentato nel nostro pubblico - spiega Alberto Gavazzi, team manager azzurro -, l'aspetto più interessante è però che ci sono moltissimi giovani: le ragazze attirate dal fascino dei giocatori, i ragazzi dal sogno di emularli. I più gettonati? Cernic, bello ma con un fisico “normale”, Cisolla, un vincente che piace, e Mastrangelo, due metri che non passano inosservati».
La disponibilità dei giocatori, superiore alla media per lo sport professionistico, chiude il cerchio. Ma se un tempo ci si accontentava di una firma sul diario, oggi la tecnologia permette alla passione di circolare liberamente via Internet. E così, c'è chi vanta un fan-club virtuale come Cisolla e chi un blog personale come Lasko mentre, sul forum dedicato a Cernic, si discute persino della sua vita privata. E per scrivere a Cozzi basta lasciare un messaggio sul suo sito. Il massimo per le ragazzine.

Il futuro è qui.

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