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Europa anti-Italia, siamo al secondo round

Cinque sfide da vincere nelle linee programmatiche che Josè Manuel Durao Barroso, il presidente della Commissione europea che si accinge a compiere un secondo mandato quinquennale al vertice del “governo” comunitario, ha inviato ai gruppi politici rappresentati all’Europarlamento. In vista degli incontri che si terranno la prossima settimana, Barroso spazia dalla crescita economica alla lotta alla disoccupazione, dalle questioni del clima a quelle della sicurezza, fino a raccomandare un impegno comune per «consolidare la cittadinanza e la partecipazione nell’Unione europea». Un programma ambizioso che richiederebbe, per essere attuato, poteri paragonabili a quelli di un vero esecutivo. Barroso chiarisce però che chiederà sì una maggior collaborazione agli europarlamentari, ma che non è sua intenzione «dare maggiori poteri a Bruxelles».
Ma proprio mentre l’esponente del partito popolare presenta nel dettaglio il suo programma, si riapre la polemica sulle esternazioni di commissari e portavoce. Il premier Silvio Berlusconi aveva lamentato la strumentalizzazione politica contro il governo italiano delle affermazioni di un portavoce della Commissione sulla questione dell’immigrazione; e ieri Barroso ha preso le difese dei suoi portavoce, dicendosi «fiero» del loro lavoro e assicurando di voler essere «intransigente» nel difenderlo. La Commissione, ha affermato il presidente, ha «un diritto-dovere di informare i cittadini europei, anche perché insieme all’Europarlamento è la vera istituzione comunitaria, una particolarità che fa sì che «talvolta ci sono persone che non lo capiscono».
Questo ha provocato la reazione del ministro degli Esteri Franco Frattini in difesa di Berlusconi. «Se la Commissione europea è un organo politico - ha detto Frattini - è giusto che parlino i politici, non i portavoce». «Le dichiarazioni del portavoce Ue - ha dichiarato il ministro a Sky Tg24 - non possono avere l’impronta politica che noi riconosciamo nella Commissione europea». Frattini ha ridimensionato il senso delle dichiarazioni di Barroso, sostenendo che «ha detto una cosa ovvia, che è fiero e che ha fiducia nei suoi portavoce: ci mancherebbe altro». Le affermazioni di Frattini sono state rafforzate da Margherita Boniver, esponente del Pdl e presidente del Comitato Schengen, che ha parlato di «curiosa dichiarazione del presidente Barroso che esprime fiducia per i portavoce della Commissione europea. Da che mondo e mondo i portavoce non possono rappresentare per intero il mandato politico che appartiene esclusivamente ai commissari».
Per meglio comprendere le ragioni delle dichiarazioni di Barroso, bisogna ricordare che il presidente uscente della Commissione ha sì ottenuto l’investitura dei ventisette leader europei, ma che politicamente gode del sostegno del solo gruppo dei popolari. Egli è dunque in cerca di un appoggio più ampio e non è un caso se, dopo essere stato criticato da socialisti e democratici per l’approccio liberista del suo precedente mandato a Palazzo Berlaymont, ha ora deciso di puntare maggiormente su questioni sociali, indicando nel suo programma come priorità il contenimento della crescita della disoccupazione e dichiarando fra l’altro che «è troppo presto per ritirare le misure di stimolo e di sostegno all’economia e al settore finanziario».
Non solo i socialisti, ma anche i liberaldemocratici e i verdi hanno insistito perché Barroso presentasse il suo programma per iscritto e premono affinché il voto per la sua riconferma venga messo all’ordine del giorno già della sessione plenaria di settembre. Ecco perché Barroso ha detto di voler puntare a «una partnership speciale» tra la Commissione e l’Europarlamento.
Ma le parole del presidente della Commissione possono anche essere interpretate come un segnale inviato in particolare al gruppo dei socialisti e democratici. Questo perché il suo capogruppo, l’attivissimo antiberlusconiano tedesco Martin Schulz, si era rivolto esplicitamente a Barroso chiedendogli di prendere pubblica posizione contro «l’inaudito attacco di Silvio Berlusconi» alle istituzioni europee.

Schulz aveva anche scritto ieri una lettera aperta a Frattini, dicendogli che si sarebbe aspettato da lui, che è stato anche commissario europeo, una presa di posizione in difesa delle istituzioni comunitarie.

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