Europa league, bene la Juve La Roma no: perde ad Atene

I bianconeri vincono ad Amsterdam grazie alla vena di Del Piero e del brasiliano. Ma la difesa rischia sempre. I giallorossi due volte in vantaggio con Panathinaikos raggiunti e superati nel finale: finisce 3-2 per i verdi

Europa league, bene la Juve 
La Roma no: perde ad Atene

Stavolta ci hanno messo di tutto: orgoglio, furore, determinazione. Questa è Juve. Quella vera, o almeno verosimile. La Juve che dovresti attenderti sempre, ma finora hai visto poco: Amauri che segna come un centravanti vero, Del Piero che ritrova i tocchi d’antico splendore e gli fa da profeta(«Da tanto non lo vedevo giocare così»,Zac dixit). Juve squadra di sinistra, nel senso che gioca meglio da quella parte. Centrocampo assatanato, malgrado la tassa Melo. Juve che batte l’Ajax senza farsi mancare il brivido. Juve che va sotto, ma poi riaffiora nella partita e nella Europa League. Senza gonfiar troppo il petto, c’è il tanto per un passo avanti. Ma la Juve, quest’anno, si è fatta talmente tanti autogol... Vero che l’attacco sta prendendo miglior forma e il centrocampo comincia a ritrovare gente credibile, ma poi che dire del buco nero? Sì, la difesa che una ne fa e cento ne pensa, che schieri tre uomini, o quattro come ieri. Stavolta è riuscita a farsi bucare in contropiede: Miralem Sulejmani, serbo di 22 anni fila come un velocista, e non deve aver creduto agli occhi: tutti avanti e Zebina a tener botta. Risultato: Zebina sembra solo una dama di compagnia, Buffon si fa infilare fra le gambe come un Dida qualsiasi. Senza dimenticare un ciclonico palo di De Jong.

C’era il tanto per far crollare qualunque credo di buona volontà. L’Ajax è sempre un bel frullato di “saranno famosi”. Ha un passato, sempre un presente, quasi mai un futuro. E così la sua partita: strepitosa all’inizio, troppo normale quando Amauri è affiorato nell’area sua. Due gol, entrambi di testa. Il primo nato da una giocata di Del Piero e un cross di De Ceglie da far invidia a Beckham. Il secondo proposto direttamente da un cross di Pinturicchio. Difesa olandese quasi sempre impalata.

E Amauri è tornato bombardiere di precisione: 3 gol in 4 giorni dopo un digiuno di oltre cento giorni. Il calcio è stravagante, ma i suoi bomber ancora di più. Ieri Amauri ha ringraziato Dio: «Mi ha illuminato. Non vedevo l’ora». E anche la Juve (ringrazia Dio).

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