Un’Europa di panna montata. In tre giorni si gioca la faccia

Tutta qui l’Europa del pallone? Sarebbe meglio abbassare le arie. Ci avete fatto caso? Le grandi del vecchio continente sono in affanno, le due grandi sudamericane veleggiano tranquille. Questo è un mondiale che non bada troppo a statistiche e tradizioni. Per la prima volta la squadra di casa non è arrivata agli ottavi di finale. Troppo debole il Sud Africa? È un’ipotesi, non una certezza. Vero, invece, che non è una potenza calcistica e nemmeno ha forza politica (in altri tempi le squadre di casa sono state mandate avanti a suon di aiutini). Evidentemente Blatter era distratto.
Forse per la prima volta, tutte le grandi nazioni europee si sono presentate all’ultimo turno del girone eliminatorio senza aver sicurezza della qualificazione. Si dirà: e l’Olanda (già qualificata) cos’è? È grande ad intermittenza. Come la Spagna, che oggi è campione d’Europa ma, nei mondiali, è stata famosa per i fallimenti.
Le grandi per eccellenza sono Italia e Germania, Inghilterra e Francia. Una volta c’erano Urss e Ungheria, però è preistoria. La Spagna ora conta. Ma, dice la classifica, potrebbe ricadere nei suoi storici flop. Le altre sono da mani in faccia. Italia e Inghilterra con la tremarella. La Germania con qualche rimpianto per aver sprecato il buon avvio. La Francia è già sull’aereo del ritorno. Certo la caduta fa rumore, ma più per cause esterne. Zidane l’ha detta giusta: «Di questo mondiale si ricorderà chi l’ha vinto e l’ammutinamento francese». Esattamente come quello del 2006 è ricordato per chi l’ha vinto e per la testata dello Zidane medesimo. E nessuno, oggi come allora, baderà alla bontà della squadra galletta un po’ spennacchiata, che anche in Corea-Giappone finì subito lessa.
Invece Italia e Inghilterra stanno mettendo a repentaglio soprattutto il blasone. E così pure il valore (guarda caso) dei tecnici italiani. Tutta colpa dei ct? Capello ha sbagliato qualcosa nella tattica, Lippi nella selezione dei giocatori, ma tanto non può bastare: questa tremarella va addebitata alla povertà di un movimento. L’Inter ha vinto la Champions, perché è quasi interamente straniera. Capello ha passato mesi cercando un portiere affidabile ed, infatti, alla prima partita ha fatto i conti con il problema. L’Italia ha vinto 4 anni fa, ma per una serie di coincidenze stellari più che per il valore della squadra.

Il calcio d’Europa rischia di essere panna montata. La Germania si è dovuta affidare a molti “oriundi” (polacchi, turchi, un brasiliano) e cambiare faccia anche nel gioco. Per ora è a metà del guado. Auguri, ma comunque vada le grandi si sentiranno un po’ meno grandi.

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