Il fatto che l'Unione europea abbia deciso di seguire la "linea Meloni" sui migranti, accogliendo l'idea di esternalizzare i confini per gravare meno sui Paesi, significa che in questi tre anni il governo italiano ha lavorato bene e studiato idee valide. Tutto questo nonostate sia stato ostacolato a più riprese dall'opposizione politica e, soprattutto, dalla magistratura. Ora non ci dovrebbero essere più impedimenti alla messa in opera completa dei centri in Albania realizzati dall'Italia, che potrebbero diventare il primo hub europeo per i rimpatri. E proprio per questo motivo le Ong hanno deciso di alzare la voce, per lamentarsi dell'approvazione della norma sui Paesi terzi e della ratifica del patto di migrazione.
Ma non si limitano a lamentarsi ma, come fa Mediterranea Saving Humans, la Ong di Luca Casarini che sta partecipando anche all'organizzazione di una nuova Flotilla, esprimono una "ferma opposizione alla nuova stretta sulle politiche migratorie", approvata dai governi dell’Ue grazie a un accordo su tre regolamenti che andranno ad integrare il Patto migrazione e asilo. L’insieme delle norme decise, si legge nella nota inoltrata dalla Ong, "rappresenta un gravissimo attacco, forse il più grave della nostra storia, al diritto di asilo, e mostra il paradosso dei 'diritti umani' universali, che diventano vuoti se non c'è una struttura politica che li renda effettivi per l'individuo". Ancora una volta, dicono, "di fronte a un fenomeno complesso e profondamente umano, si sceglie di rispondere con strumenti repressivi, burocratici e punitivi". Nel mirino della Ong ci sono "l'estensione del concetto di 'Paese sicuro', con l’inserimento di Paesi che violano palesemente i diritti umani, e l’ampliamento delle possibilità di respingere e trattenere le persone sono misure che smantellano, pezzo dopo pezzo, il diritto d’asilo così come definito dalle convenzioni internazionali".
E dalla Ong definiscono perfino "gravi" le dichiarazioni del Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, che "ha accolto con entusiasmo la possibilità di aprire nuovi centri per il rimpatrio richiamando il cosiddetto 'modello Albania'. Quel modello non è né un esempio né una soluzione: è un dispositivo costruito per allontanare dai confini europei la responsabilità dell’accoglienza". la Ong sostiene anche che "il modello Albania si è già rivelato per quello che è: una vetrina politica che serve a mostrare durezza verso i più vulnerabili, non a risolvere alcun problema reale". Le Ong si organizzeranno, conclude la nota di Mediterranea Saving Humans, "e su questo facciamo appello a tutta la società civile laica e religiosa, per resistere a questo attacco disumano. Per praticare, nel concreto, i diritti umani e il diritto di asilo nei confronti delle persone migranti e in movimento. Come accade negli Stati Uniti di Trump e delle deportazioni, organizzeremo la disobbedienza e il sabotaggio di queste leggi ingiuste e pericolose per la democrazia". Un concetto che in un certo senso ha anticipato anche Ilaria Salis.