Europa

Genitorialità transfrontaliera”. Così l'Ue vuole sdoganare l'utero in affitto

L’eurodeputata Simona Baldassarre, responsabile del dipartimento famiglia della Lega, ha presentato un'interrogazione sulla cosiddetta “genitorialità transfrontaliera”. Ecco di cosa si tratta

“Genitorialità transfrontaliera”. Così l'Ue vuole sdoganare l'utero in affitto

"Come sempre più spesso accade, buoni principi sono utilizzati dalla Ue come cavallo di Troia per proposte scellerate, rispetto alle quali Stati e cittadini hanno già detto di non essere d'accordo”. L’eurodeputata Simona Baldassarre, responsabile del dipartimento famiglia della Lega, è in prima fila nella battaglia contro la proposta della Commissione Europea sulla cosiddetta “genitorialità transfrontaliera”.

A tal proposito, l’eurodeputata leghista ha presentato proprio oggi un’interrogazione scritta per avere delucidazioni su una norma che, se passasse, garantirebbe la libera circolazione dei minori con i propri genitori nell’UE e, di fatto, “imporrebbe il riconoscimento di qualsiasi forma di famiglia che – si legge nel testo dell’interrogazione - anche solo uno SM (Stato membro ndr) legittimi, sdoganando la maternità surrogata, l’omogenitorialità, e potenzialmente in prospettiva anche la multigenitorialità”. Secondo Simona Baldassarre “così come nel nome della sostenibilità, con la direttiva sull’efficienza energetica degli edifici, si tassano gli italiani, analogamente con la proposta di Regolamento sul riconoscimento della genitorialità transfrontaliera, si cerca di sdoganare omogenitorialità e utero in affitto, anche se non previsti dal nostro ordinamento”. L’interrogazione è volta proprio capire, se e come, Bruxelles intende tutelare gli Stati membri che vietano l’utero in affitto e quali sia l’incidenza giuridica dei casi di mancato riconoscimento transfrontaliero della genitorialità nell’Ue. “Il paradosso è infatti che, se un Paese UE riconosce l'omogenitorialitá e l’utero in affitto come forme per diventare genitori, gli status civili di questo Paese estero dovrebbero valere anche in Italia”, spiega ancora a ilGiornale.it la Baldassarre ricordando che il ministro per la famiglia, Eugenia Roccella, sta proprio discutendo di rendere l'utero in affitto reato universale, ossia di “perseguire anche gli italiani che si recano all'estero per turismo procreativo”.

Verrebbe così strumentalizzato il diritto dei bambini ad avere dei genitori, all'interno della libera circolazione nell'Unione “dimenticando che quei 'genitori' - dice l’europarlamentare - hanno magari comprato quegli stessi bambini, dopo aver ridotto una donna indigente a vendere il suo corpo, in questo orribile mercimonio della vita”. Proprio in queste settimane, la proposta di Regolamento è al vaglio del Consiglio UE, mentre l’europarlamento sta definendo i suoi relatori per il parere che sarà chiamato ad esprimere. “Dove sono le femministe, quando la donna è solo strumento di procreazione? Siamo arrivati alla colonizzazione dell’utero? Che dicono le sinistre dei bambini "prodotti" in questi laboratori per soddisfare il consumismo di ricche coppie occidentali?”, si chiede ancora la prima firmataria dell’interrogazione. “Mi sembra chiaro – conclude la Baldassarre - che la maggioranza Ursula qui a Bruxelles sia ogni giorno di più una prigione per tutti quei moderati che mettono al centro il valore dell'essere umano e quello della Vita, non quello del mercato. Bisogna far conoscere ai cittadini dell'Europa la verità. Questa UE, che non rispetta il volere dei cittadini e dei suoi popoli, non è democratica e va cambiata". Anche la Onlus Pro Vita e Famiglia è schierata contro la proposta della Commissione Ue sulla “genitorialità tansfrontaliera” che “se passasse, - spiega Jacopo Coghe - imporrebbe gli effetti dell’aberrante e inumana pratica dell’utero in affitto, ad oggi illegale in Italia, o dell’adozione per coppie dello stesso sesso o della fecondazione eterologa”.

Secondo Coghe l’unico “interesse superiore” di un bambino è quello di avere una mamma e un papà “e solo in questo senso va letta la genitorialità transfrontaliera, non con altre aperture o interpretazioni che vorrebbero riconoscere i membri di una coppia di omosessuali come ‘genitori’”.

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