
Tra pochi giorni, si deciderà il destino di Ilaria Salis. All’inizio di ottobre, il Parlamento europeo voterà per la revoca dell’immunità della deputata eletta in quota Avs, che rischia di dover tornare in Ungheria per affrontare il processo che fino ad ora è riuscita a schivare. La donna ha rivolto un appello ai suoi sostenitori su X, a cui il portavoce del governo di Budapest Zoltan Kovacs ha risposto con un breve messaggio: “47.8690 N 18.8699 E”.
Queste due sequenze numeriche sono le coordinate del carcere di Marianosztra, nel nord del Paese. Un chiaro messaggio rivolto all’europarlamentare che, nel caso in cui dovesse perdere la protezione, potrebbe tornare dietro le sbarre.
“Siamo entrati in una nuova fase cruciale della mia vicenda politica. Il 23 settembre, a Bruxelles, la Commissione Affari Giuridici del Parlamento europeo - dopo una lunga procedura segnata dalle continue pressioni dell'estrema destra - discuterà la richiesta del regime di Orbán di revocare la mia immunità”, ha scritto Salis sulla piattaforma di Elon Musk. “Immunità che ho ottenuto grazie alla straordinaria mobilitazione popolare e al vostro voto, e che mi ha permesso di uscire da quel maledetto pozzo ungherese fatto di soprusi e umiliazioni, di tornare una donna libera e di poter lottare insieme a voi. Immunità, senza la quale, rischierei di finirci di nuovo, in quel maledetto pozzo”.
Secondo quanto ha fatto sapere l’ex maestra delle elementari, la Plenaria deciderà il suo destino con un voto a maggioranza semplice il 7 ottobre. “In quell'aula si giocherà il mio destino. La partita è aperta.
Spero vivamente che il Parlamento scelga di non piegarsi all'autoritarismo e ai nuovi nazionalismi aggressivi alla Orbán, e che sappia stare dalla parte della democrazia e dello Stato di diritto”, ha aggiunto, senza risparmiare uno dei suoi soliti attacchi alla destra da disco rotto e accusandola di puntare all’instaurazione di un regime assolutista.