Salis rischia la galera: voto all'Europarlamento sul no all'immunità

La donna è accusata di aver partecipato al pestaggio di militanti di estrema destra a Budapest a febbraio 2023

Salis rischia la galera: voto all'Europarlamento sul no all'immunità
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Manca meno di una settimana al voto della commissione Affari giuridici del parlamento europeo (Juri) sulla richiesta ungherese di revocare l'immunità a Ilaria Salis (nella foto). E l'attivista ed eurodeputata di Avs, eletta proprio per sottrarla alla lunga carcerazione preventiva in Ungheria, di fronte al rischio di tornare alla sbarra affida ai social il suo appello, mentre è in Italia con la commissione sulla crisi abitativa nell'Ue. "La revoca della mia immunità scrive su X - non significherebbe affatto sottopormi a giustizia, ma consegnarmi a un processo-farsa orchestrato dal potere politico di un Paese autocratico dai tratti sempre più fascisti e oppressivi, dove a un'oppositrice politica è evidentemente negata ogni possibilità di giusto processo".

La donna è accusata di aver partecipato al pestaggio di militanti di estrema destra a Budapest a febbraio 2023. Si è sempre proclamata innocente, mentre le autorità magiare sostengono di avere le prove del suo coinvolgimento. Di certo, va detto, nei 15 mesi passati dietro le sbarre in Ungheria, le condizioni di detenzione sono state degradanti. Hanno colpito l'opinione pubblica, in particolare, le sue apparizioni in udienza a Budapest con le catene a mani e piedi.

Ora che l'elezione all'europarlamento le ha ridato la libertà, però, Salis vuole che i colleghi la salvino lasciandole l'immunità, e accusa il sistema giudiziario ungherese e, più in generale, il governo di Orban di essere illiberale e privo di garanzie democratiche, e lo stesso premier di "pulsioni vendicative" contro di lei. Ma senza scrivere una parola per difendersi dalle accuse.

Quanto rischia, adesso? Non poco. Intanto perché lo scudo garantito dalla Ue ai propri parlamentari prevede solo che "non possono essere ricercati, detenuti o perseguiti a motivo delle opinioni o dei voti espressi nell'esercizio delle loro funzioni". E Salis era alla sbarra per fatti avvenuti ben prima dell'inizio del suo mandato. Poi c'è il precedente di Adam Bielan, il parlamentare Ecr polacco che in seguito a una denuncia per diffamazione si è visto sfilare, a marzo, l'immunità con voto concorde di Juri e plenaria. Salis potrà contare sui voti degli eurodeputati di Avs, M5s e Pd, e anche i popolari sarebbero divisi (con Forza Italia da sempre indicata come "incerta" sul da farsi). Fonti interne a Lega e Fdi indicano invece per i due partiti un voto compatto a favore della revoca, proprio perché il presunto reato è stato commesso prima della sua elezione.

Insomma, su Salis si addensano nubi. Ma chissà. Persino tra i duri e puri del Carroccio, a giugno, il senatore Massimo Garavaglia aveva chiosato: "Sempre garantista. La salverei (). Poi vuoi mettere la soddisfazione se si salva grazie alla #Lega?"

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