"Salva per un guasto". Il giallo dietro al voto sulla Salis

Bufera sul voto che ha graziato l’attivista di estrema sinistra. L'eurodeputato del Ppe: "Il pulsante non funzionava, ma Metsola ha tirato dritto”

"Salva per un guasto". Il giallo dietro al voto sulla Salis
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Il salvataggio di Ilaria Salis si tinge di giallo. Secondo quanto emerso in questi minuto, un malfunzionamento della pulsantiera di un eurodeputato potrebbe aver influito in modo decisivo sull'esito dello scrutinio che ha confermato, per un solo voto, l'immunità dell'eurodeputata di alleanza Verdi-Sinistra.

Questa è la versione dell'europarlamentare del Ppe Tomáš Zdechovskì, che in Aula ha chiesto alla presidente Roberta Metsola di ripetere il voto. "Ho chiesto di ripetere la votazione perché non funzionava la strumentazione tecnica del collega della CdU, Markus Ferber. Al momento del voto c'erano due tecnici con lui. Ferber aveva avvisato la presidenza, ma Metsola non ha voluto interrompere la procedura" ha dichiarato all'Ansa Zdechovskì.

Una cosa è certa: a prescindere dal presunto malfunzionamento della pulsantiera, il salvataggio della Salis continuerà a fare discutere per diverso tempo. Un esito influenzato sia dal voto segreto, sia da un numero rilevante di assenze e astensioni. La modalità di votazione ha consentito ai parlamentari di esprimersi in modo libero da vincoli di gruppo e ha dunque aperto la strada alla presenza di cosiddetti franchi tiratori, ovvero deputati che, pur appartenendo a gruppi teoricamente contrari all’immunità di Salis, hanno votato a favore.

Dando uno sguardo ai numeri, i voti contrari all’immunità sono stati 305, quelli favorevoli 306. In base alla composizione politica dell’Eurocamera, i gruppi del Partito Popolare Europeo (Ppe), dei Conservatori e Riformisti (Ecr), dei Patrioti e di Identità e Democrazia (Id), insieme ai sovranisti di Esn, avrebbero potuto contare su circa 378 voti contrari. A sostegno dell'europarlamentare di Bonelli e Fratoianni si sono invece espressi Socialisti, Renew, Verdi e The Left, con un totale di circa 312 voti, cui si aggiungono una trentina di non iscritti, in gran parte però ritenuti vicini alle destre europee. Alla fine, a determinare l’esito è stata la presenza di voti favorevoli provenienti proprio da alcune delegazioni appartenenti ai popolari. In particolare, si ipotizza che i franchi tiratori possano trovarsi tra le delegazioni polacca, romena e ungherese, dove l’impatto politico del precedente della Salis avrebbe potuto essere letto come un rischio per i propri rappresentanti. Alcune ipotesi coinvolgono anche la numerosa delegazione tedesca, nella quale si sospetta possano esserci stati voti inattesi a favore dell’immunità.

Secondo fonti interne al Parlamento europeo, il margine di vantaggio per la Salis, alla vigilia del voto, era stimato intorno ai venti voti. Tuttavia, nella mattinata qualcosa sarebbe cambiato: alcuni membri del Ppe avrebbero rivisto la propria posizione, riducendo lo scarto al minimo. Anche l’alto numero di astenuti (17) e di deputati assenti (oltre 90) ha influito sul quorum, abbassandolo e rendendo più incisivo ogni singolo voto.

Complessivamente, i votanti sul caso Salis sono stati 628. Nelle votazioni successive, tenute a breve distanza, la partecipazione è salita prima a 638 e poi a 650, segno che una parte dei deputati ha scelto di non esprimersi soltanto su quel punto specifico.

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