
I punti chiave
Non bisogna mischiare i termini associati alla carne (salsicce, hambuger, scaloppine, ecc.) anche per i prodotti vegeteriani come "veggie burger": è quanto richiesto dal Parlamento europeo che ha approvato con una larga maggioranza, 532 voti a favore contro 78 contrari (25 gli astenuti) le modifiche al regolamento dell'Organizzazione comune dei Mercati agricoli (Ocm) tra cui un emendamento proposto dalla relatrice del Ppe, Céline Imart, che impone il divieto di usare questi termini che indicano chiaramente prodotti a base di carne anche per i prodotti vegetali creando inevitabilmente confusione nei consumatori.
Cosa dice l'emendamento
Addio, dunque, all'utilizzo di termini come "Burger vegetariani" o "salsiccia di tofu". "Le denominazioni attualmente utilizzate per designare prodotti a base di carne e preparazioni a base di carne sono riservate esclusivamente ai prodotti contenenti carne", spiega il Parlamento europeo. In questo modo l'obiettivo è quello di "rafforzare la tutela dei consumatori" da possibile confusione. Parole di uso comune come "bistecche, scaloppine, salsicce, burger, hamburger, albumi e tuorli d'uovo" hanno il dovere di essere "riservate esclusivamente ai prodotti contenenti carne", si legge nell'emendamento al testo a firma della relatrice Imart che ha già incassato il sì della commissione Agricoltura (Agri) lo scorso mese.
"La carne è carne"
"Una bistecca è carne, punto e a capo", ha sottolineato Imart. "Le parole hanno un senso: una bistecca, una salsiccia o una scaloppina sono prodotti di origine animale. È inaccettabile che delle alternative vegetali o di laboratorio si approprino di questi termini per confondere i riferimenti dei consumatori e trarre profitto dal lavoro degli allevatori".
Gli eurodeputati hanno dunque scelto una definizione più rigorosa degli alimenti di carne dalla quale sono esclusi tutti gli alimenti coltivati in laboratorio. Per evitare la concorrenza tra modelli produttivi, i deputati si sono opposti alla creazione di organizzazioni di produttori biologici chiedendo che si faccia chiarezza sull’utilizzo dei termini "giusto, equo" o equivalenti per i prodotti agricoli proponendo che i criteri per consentirne l’inserimento in etichetta includano il contributo dei prodotti allo sviluppo delle comunità rurali e la promozione delle organizzazioni di agricoltori.
Cosa accadde nel 2020
L'Europarlamento non si è pronunciato soltanto oggi per questa tematica delicata visto che già, nel 2020, ci fu un tentativo di vietarne l'utilizzo durante la revisione della
Pac poi respinto dall'Aula di Strasburgo. La revisione dell'Ocm è stata proposta dalla Commissione europea per rispondere alle proteste dei trattori e rafforzare la posizione contrattuale degli agricoltori nella filiera.