«Europee, vicini al 45% Cambierà la geografia della politica italiana»

MilanoÈ la filosofia dei mondiali di calcio, quando non conta se sei del Milan o della Juve, l'importante è far vincere l’Italia. Silvio Berlusconi invita i militanti del Pdl riuniti al Palaghiaccio di Milano a tentare fino all’ultimo di convincere anche amici e conoscenti che per tradizione votano Pd, così da essere compatti per rafforzare l’Italia in Europa: «Andiamo e convertiamo chi ancora convertito non è. Fateli riflettere, quelli di sinistra saranno un gruppo isolato di una manciata di deputati che nel Parlamento europeo non conterà assolutamente nulla. Il Pd in Europa conterà zero e si dividerà». E allora adesso non vale essere di destra o di sinistra, ma essere italiani. Pdl e Lega sono un’alleanza d’acciaio, saremo determinanti anche in Europa, per la sinistra non c’è nulla da fare». Berlusconi prevede che il gruppo del Pdl sarà il più consistente nel consistente Ppe e che quindi «potremo influenzare le decisioni che contano».
A partire dalla politica sull’immigrazione, per cui l’Europa può fare molto. Scandisce dal palco: «Non accettiamo che nel centro di Milano come in altre città per il numero di presenze non italiane sembra di essere in Africa». Sottolinea: «La sinistra vuole frontiere spalancate e un paese multiculturale. Noi, in sintonia con il popolo, non siamo d’accordo. Ci ricordiamo di quando eravamo emigranti, ma tuteliamo la legalità». Tema particolarmente caldo a Milano, dove Berlusconi si trova anche per la chiusura della campagna elettorale di Guido Podestà, che punta a sconfiggere al primo turno l’attuale presidente della Provincia del Pd. Altro tema caldo, da affrontare, la giustizia. Berlusconi annuncia che intende ripresentare la legge che impedisce all’accusa di fare appello se il processo di primo grado si è concluso con l’assoluzione: «È sacrosanto che se uno viene assolto non debba essere richiamato in giudizio. Non è possibile che una persona che viene assolta debba continuare a soffrire subendo un nuovo processo in appello e magari in Cassazione».
Il premier quasi compatisce gli avversari: «Non hanno leader da mettere in campo. Il Pd dovrebbe cambiare protagonisti che sono uno più deludente dell’altro. Anche D’Alema con i suoi comportamenti e il suo sarcasmo è caduto in basso. Veltroni è inesistente e un Franceschini al giorno toglie il Pd di torno». La sinistra ha una classe dirigente «inutile» e «parruccona» quando si tratta di politica estera. Berlusconi lo ripete più volte durante questa lunga giornata di chiusura della campagna, parlando in tv prima del comizio finale. Già alle 7 e 45 era in collegamento telefonico con Telelombardia, poi è stata la volta di Canale Italia, a seguire tre quarti d’ora a «Mattino cinque» di Mediaset e poi Sky. Sottolinea le «meschinità» della lotta politica: «Ma anche la campagna di diffamazione, insulti e menzogne della sinistra ha contribuito a rendere la gente vicina a noi».
Berlusconi è sicuro di chiudere subito, già nel fine settimana, la gran parte delle sfide: «Vogliamo vincere e vinceremo al primo turno a Milano e ovunque in Lombardia, anche grazie all’alleanza con la Lega. Vogliamo gente per lavorare al servizio dei cittadini e non per loro clientele, come fanno gli esponenti della sinistra». Così avanti Podestà e fuori Penati, reo di usare i soldi non nel modo migliore. Attacca: «Il nostro presidente della Provincia non spende un miliardo e 600 milioni in brioche come l’attuale». Spiega che la concordia tra le istituzioni è indispensabile per lavorare al meglio: «Potremo realizzare cose importanti: prolungare le linee metropolitane in tutta la provincia, dare il via ai cantieri della nostra tangenziale esterna, realizzare la Milano Bergamo Brescia, che ogni giorno registra vittime. E finalmente, dopo tanti anni, avremo la Pedemontana, anche se mi spiace che passi dentro il parco di una delle mie case...». Se finora non si è visto nulla, continua Berlusconi, è perché Penati «ha bloccato tutte le grandi realizzazioni infrastrutturali».
Il presidente del Consiglio prevede «risultati strabilianti» ovunque: «Assisterete a un grande cambiamento della geografia politica in Italia. Il governo è al 56 per cento dell’apprezzamento degli italiani. Berlusconi è al 74 per cento. La Lega Nord supera il dieci per cento, il Pdl è tra il 40 e il 45 per cento». Sfida chi lo accusa di violare il silenzio preelettorale: «Lo sappiamo dai sondaggi ma non ci sarebbe bisogno dei sondaggi...». I numeri lo spingono a rilanciare, guardando fisso all’Europa: «Siamo di fronte a un’occasione unica e straordinaria. Porteremo il Ppe alle soluzioni che riterremo giuste.

Avremo anche i deputati della Lega, saranno più numerosi che in passato e potremo contare di più in Europa e difendere gli interessi dell’Italia e degli italiani». Sul futuro ha fatto anche una scommessa con il ministro della Difesa: «Se il Pdl supererà il 41 per cento, Ignazio La Russa si taglierà barba e baffi...». Al verdetto mancano pochi giorni.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica