Politica

Gli europentiti

La mossa fatta da Bossi di attaccare l'Unione Europea e dichiararsi «contro» è stata geniale, anzi ovvia nella sua semplicità. Strano che non l'avesse già fatto. (Forse perché era malato, ma avrebbe dovuto cominciare molto prima della malattia.) Anzitutto perché è nell'aspra natura della Lega attaccare qualunque organizzazione sia sopra la «Padania». E l'Europa è molto, e pesantissimamente, sia sopra la Padania sia sopra l'Italia.
Il fatto che la Lega finora si dichiarasse europeista, anche se con critiche, era sbagliato: parlavano di un'«Europa dei popoli», di piccoli Stati nazionali quali sarebbe o sarà la Padania. Ma l'Unione Europea non sarà né dei popoli né dei piccoli Stati, sarà soltanto, e per forza, un enorme Moloch che assorbirà e divorerà tutto quel che ingloberà: perché il suo fine ultimo non è diventare un sovraStato, come si dice, bensì diventare un enorme Stato poco o affatto incline a riconoscere differenze e poteri locali. È naturale sia così, perché a differenza degli Stati Uniti, sempre citati in questi casi, l'Ue non nasce da realtà nazionali contemporanee alla federazione. Di conseguenza deve e dovrà schiacciare, annullare qualsiasi tipo di formazione statale o locale che tenti di attribuirsi parte del potere centrale. L'Unione Europea, insomma, farà inevitabilmente il percorso opposto di quello che, per esempio, sta facendo l'Italia e che si deve proprio alla Lega. Cioè passerà dalla federazione allo Stato ipercentralizzato, perché solo così si possono controllare e dominare con facilità tanti popoli, tante nazioni, tanti Stati. Umberto Bossi e gli altri capi leghisti hanno poi capito, ci vuole poco, che quello dell'antieuropeismo, dell'euroscetticismo o dell'eurocriticismo (si dice così?) è un bacino di voti immenso e vergine. Se ne sono accorti tutti solo dopo i «no» francese e olandese. Prima, da noi sembrava che tutti gli europei, in particolare modo gli italiani, fossero non solo euroentusiasti ma addirittura euroinnamorati: per motivi abbastanza semplici e che però sarebbe lungo dire qui: i sensi di colpa per il passato fascista, un certo provincialismo, i soldi che prendevamo dall'Ue e che adesso invece siamo costretti a dare.
Per questi e altri motivi i partiti italiani sono stati finora euroeccitati fino all'eurodipendenza, senza alcun senso critico, con un appiattimento vergognoso sui dettati dell'Ue: nel caso migliore ci credevano davvero, nel caso peggiore si trattava di un opportunismo per non scollarsi dagli elettori, che adesso si stanno scollando da soli in virtù (per colpa) dell'euro. Ricordo che molti anni fa organizzai un incontro «segreto» fra Pinuccio Tatarella - la mente del Movimento sociale, di An, il padre della svolta di Fiuggi, eccetera e che dunque mi sembrava la più aperta - e Ida Magli, con la quale ho fondato, sempre molti anni fa, il movimento Italiani Liberi (www.italianiliberi.it). Ida Magli parlò per ore come un angelo (forse lo è), mentre Tatarella ascoltava attentissimo, stupefatto e incantato. Fece anche tante domande, volle approfondire l'argomento da uomo aperto qual era, e dimostrò in abbondanza di avere capito tutto. Però la sua conclusione fu: «Professoressa Magli, lei ha di certo ragione su molte cose e non la ringrazierò mai abbastanza di avermele fatte capire. Però la prego a sua volta di capire che Alleanza nazionale non può, purtroppo, prendere una posizione eurocritica o euroscettica perché i nostri nemici avrebbero buon gioco a dire che siamo i soliti nazionalisti, provinciali, nostalgici e naturalmente fascisti».
Ida Magli ci rimase talmente male che da allora non ha tentato più nessun approccio con An, dicendo che «su di loro non si può contare». (Io invece ci spero abbastanza, e infatti con quel partito mi sono mischiato e «sporcato» sia le mani, sia l'immagine, tanto che ora i meno intelligenti o più faziosi dei miei critici, dopo avermi dato tanto del fascista, pensano e dicono che io sono di An o addirittura di una sua corrente: quella, appunto, tatarelliana: il che nego e stranego, sfidando chiunque a dimostrare il contrario. Sia pure detestando il Potere sotto qualsiasi forma, so quanto il Potere possa fare di buono e di cattivo, e dove trovo orecchie attente, ovunque siano, cerco di portare la relativa testa verso il Buono, il Bello e il Giusto, o almeno quello che credo sia tale).
Ancora a proposito di Bossi: Ida Magli tentò anche un approccio con lui. Lo incontrò e gli disse quel che si può immaginare.

Anche Bossi scrollò la testa, ma evidentemente la buona semina dà sempre buoni frutti, anche se tardivi.

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