«Evviva il rapporto umano Sennò la paga alta finisce che la spendi in medicine»

«Ho lavorato 11 anni in banca e stavo bene coi miei colleghi e col mio capo. E se sono rimasto così a lungo non è certo per lo stipendio». Dalla banca è passato alla comicità in tv, ma per Enrico Bertolino il lavoro è sempre un argomento da prendere sul serio.
Allora Bertolino, viva i colleghi?
«Sicuramente con i tempi che corrono innanzitutto bisogna averla la scrivania e di conseguenza il lavoro, poi viene la qualità dei colleghi».
Ma c’è un fondo di verità nel sondaggio?
«Lavorare in un ambiente armonico rende le cose più facili e più belle. Il fattore umano è importante e l’armonia viene spazzata via quando una persona non guadagna a sufficienza per vivere».
Quando lei lavorava in banca che peso dava al fattore umano?
«Personalmente metto sempre al primo posto le relazioni interpersonali. Adesso scelgo le cose che faccio e questo è un mio privilegio, ma molti non possono farlo. Ho lavorato con stipendi medio-bassi e con colleghi complessi e complicati. Dopo, a un certo punto, ho deciso di scegliermi il posto di lavoro sulla base del piacere di lavorare».
Secondo Monster.it ci sarebbe chi, pur avendo uno stipendio alto, si dichiara insoddisfatto.
«Uno che è insoddisfatto di uno stipendio alto, se mi chiama e me ne gira una parte io sono sempre disponibile».
Continuando, c’è chi è disposto a sacrificare l’entità della sua remunerazione pur di avere un capo che lo stimi…
«Ora non esageriamo. Che tutti preferiscano un buon collega o un buon capo a uno stipendio più alto o alla possibilità di far carriera credo che sia una delle palle che ci raccontiamo ogni tanto».
Però personalmente lei pare d’accordo con il risultato dell’indagine…
«Si vive dalle otto alle dieci ore in un ambiente di lavoro e il fattore umano e l’armonia tra colleghi sono fondamentali.

Devono proprio pagarti tanto per lavorare con il coltello in mano».
Se si trovasse anche lei a dover scegliere?
«Non avrei dubbi. Ho scelto sempre la relazione umana, anche perché se poi i soldi che guadagni te li spendi in medicine non ne vale proprio la pena».

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