Adalberto Signore
da Roma
Da Montecitorio a Palazzo dei Marescialli. Dopo che mercoledì la Camera ha approvato la ex Cirielli (ormai anche ex «salva-Previti»), ieri la querelle si è spostata al Consiglio superiore della magistratura. Che aveva in calendario la discussione sul secondo parere tecnico (negativo come il primo) sulla legge che riduce i tempi di prescrizione dei reati e inasprisce le pene per la recidiva. Il dibattito, però, non è mai iniziato, perché i membri laici della Casa delle libertà hanno deciso di lasciare laula prima ancora che il plenum affrontasse largomento facendo così mancare il numero legale. Un modo per segnare il loro dissenso su una discussione che considerano illegittima, perché - sostengono - il Csm non può inseguire liter parlamentare della ex Cirielli, agendo come una sorta di «terza Camera» (così lazzurro Giuseppe Di Federico). Una scelta, quella dei laici della Cdl, che però non è piaciuta al vicepresidente del Csm Virginio Rognoni. «Tutti i consiglieri - ha commentato polemico - hanno il dovere di assicurare il numero legale».
Mentre la nuova versione della legge è già stata inviata al Senato per lultima e definitiva lettura, a Montecitorio continua per tutta la giornata il muro contro muro tra maggioranza e opposizione. Nonostante la modifica introdotta dal subemendamento dellUdc escluda di fatto Cesare Previti dai potenziali beneficiari (la ex Cirielli sarà applicabile solo ai processi che non siano già in fase dibattimentale), Piero Fassino continua a parlare di legge ad personam. «Mercoledì si è consumato un altro grave strappo istituzionale, unaltra legge ad personam che - dice il segretario Ds - stravolge il funzionamento della giustizia italiana e riduce ulteriormente la fiducia dei cittadini nelluguaglianza della legge». La replica di Forza Italia è immediata. Il vicecapogruppo azzurro Antonio Leone accusa il leader ds di «inesattezze» e «falsità» e lo invita a «indicare nomi e cognomi» di chi sarebbe favorito dalla ex Cirielli. Ignazio La Russa, capogruppo di An a Montecitorio, definisce la modifica approvata mercoledì un «miglioramento oggettivo della legge». «Può sembrare doloroso - spiega - ma è stato necessario per sbugiardare chi voleva che questa legge fosse fatta solo per Previti o per qualcuno». Soddisfatta anche Erminia Mazzoni, responsabile Giustizia dellUdc. «La sinistra - dice - ha un atteggiamento schizofrenico rispetto ai miglioramenti che sono stati introdotti. Prima delle modifiche ci esortava a cambiare la legge perché rischiava di essere unamnistia mascherata e di essere incostituzionale. Oggi che quei cambiamenti sono stati recepiti e, grazie allimpegno dellUdc, la legge risulta oggettivamente migliorata, Fassino continua a far finta di niente e la definisce ancora una legge ad personam».
Archiviata la pratica della ex Cirielli, Previti guarda alla Corte costituzionale.
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