In Germania, quando tentano di uscire in pubblico, scoppia il putiferio. Perché i tedeschi non hanno dimenticato gli anni di piombo e i delitti della Raf, la Rote Armee Fraktion, altrimenti nota come banda Baader Meinhof, la sanguinaria organizzazione terroristica di estrema sinistra autrice in Germania di attentati e omicidi «gemella» delle italiane Brigate rosse. A Torino, invece, è tuttaltra storia, almeno nella Torino governata dalla sinistra qual è quella di oggi. Anzi, spazio anche ai terroristi stranieri in tournée. Come Irmgard Moeller, 63 anni, che domenica prossima sarà ospite nella sala della Terza circoscrizione - dunque in locali di proprietà del Comune di un incontro che rischia di trasformarsi in una vera e propria apologia del terrorismo. Come lascia supporre lo slogan: «Un incontro per ricordare, conoscere ed unire le lotte di allora e quelle di oggi. Perché il fuoco non muore. Per tenerlo acceso nel cuore di chi lotta per un mondo di liberi ed eguali senza più oppressi ed oppressori».
A sollevare il caso il dirigente regionale del Pdl piemontese Maurizio Marrone: «È inconcepibile tuona che una città insanguinata dal brigatismo come Torino sia trasformata in palco per assassini come la Raf, sicari della Stasi (il servizio segreto della ex Ddr, ndr) e responsabili di decine di omicidi. Il sindaco Chiamparino e lamministrazione della circoscrizione hanno il potere di impedire questa vergogna. Se non lo esercitano sono corresponsabili».
Lincontro organizzato nei locali comunali, cogestiti da una cooperativa sociale, è un omaggio alla Raf. Il programma prevede una mostra di mosaici in marmo che riproducono i volti «dei rivoluzionari della Raf pubblicizzano gli organizzatori morti nelle carceri della Germania Ovest». A seguire lincontro con la Moeller, accompagnata dal suo avvocato, indicata come «lunica sopravvissuta alla tragedia di Stammheim», il suicidio di massa - ma la Moeller sostiene che si trattò di omicidio dei leader della Banda Baader Meinhof in carcere. Dulcis in fundo, la proiezione di «Babule», docu-film del 1970 di Ulriche Meinhof, co-fondatrice con Andrea Baader dellomonima banda, morta suicida nel 76.
Contro lincontro anche il capogruppo An-Pdl al Comune di Torino, Roberto Ravello: «Permettere a Ingmard Moeller non solo di sbarcare in città ma di tenere persino una conferenza in un locale di proprietà pubblica è uno schiaffo alla memoria di tutte le vittime di un terrorismo politico che, anche a Torino, colpì con odio e violenza».
La Moeller, 63 anni, è unirriducibile. Ha sempre sostenuto che la lotta armata, allepoca era «necessaria».
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