Professor Achille Chiappetti, come costituzionalista qual è il suo giudizio sulliniziativa del presidente dellUnione camere penali contro il leader dellItalia dei valori?
«Credo che Oreste Dominioni abbia fatto benissimo a iniziare lazione penale, perché nel discorso di Di Pietro è apparsa a tutti - la piazza, i media, i lettori dei giornali il giorno dopo - laccusa di essere mafioso a Napolitano. Unaccusa pesantissima. Anchio, come italiano, mi sono sentito offeso. Perché il presidente della Repubblica rappresenta la nazione e linsulto di Di Pietro colpisce tutti gli italiani. Quello di mafioso, poi, è particolarmente grave e ha una valenza mondiale. Un termine così lo capiscono anche in Cina, con tutta la sua valenza negativa».
Ma Di Pietro replica che nelle sue parole quellinsulto non cera, che è stato frainteso e non voleva riferirsi a Napolitano.
«A prescindere dalle singole parole, quello che conta è il discorso complessivo e limpressione che fa, il suo significato nellinsieme. Anche il tono è molto importante. E, certo, quando lui ha detto il silenzio è mafioso, dopo aver attaccato i silenzi di Napolitano, il messaggio che ha lanciato è stato assolutamente chiaro e pesantemente offensivo per il capo dello Stato».
Eppure, il leader dellIdv sembra molto sicuro di se stesso e di vincere la causa, proprio sbandierando la trascrizione puntuale delle sue parole e sostenendo di aver espresso solo legittime critiche.
«Di Pietro, è chiaro, crede di potersi trincerare dietro il significato letterale di quel che ha detto, ma io credo che se il giudice è attento si rende conto della sostanza del suo discorso. Un discorso che è stato costruito in modo tale da contenere un gravissimo insulto al presidente della Repubblica. Questo è stato chiaro a tutti».
Secondo lei, dunque, ci sono gli estremi del reato di offesa allonore e al prestigio del capo dello Stato, come sostiene lUcpi?
«Certo, nelle aule di tribunale si dovrà esaminare ogni dettaglio di quanto è accaduto a piazza Farnese. E mi sembra evidente che laccusa sia stata lanciata in modo subdolo. Di Pietro ha cominciato con lattacco principale a Napolitano, laggressione perché il presidente della Repubblica ha approvato a suo tempo il Lodo Alfano sulla sospensione dei processi alle massime cariche dello Stato, senza opporvisi. E di questo, davvero, mi lasci dire che proprio non cerano i presupposti: quello sì che sarebbe stato un fatto grave. Poi cè stato un certo modo di portare avanti il discorso, con un crescendo nelle sue parole, nelle sue allusioni, nei suoi toni. E con labilità di costruire pezzo per pezzo il messaggio finale, che fa appunto apparire rivolta al capo dello Stato laccusa di essere mafioso. Questo è quello che si percepisce, al di là delle singole parole».
Non per nulla parliamo di un ex magistrato, che sa come muoversi su certi terreni delicati...
«E questa è unaggravante. Il fatto, voglio dire, che si tratti proprio di un uomo di giustizia. Anche per questo mi sembra palese il suo tentativo di lanciare unoffesa così grave costruendo tutto il discorso in un modo particolare».
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