«Una questione di obblighi di legge» e i 12 operai della ex Stoppani di Cogoleto, guarda caso quelli senza tessera Cgil, sono stati lasciati senza un contratto. Restano a casa dopo aver condotto una battaglia sulla bonifica dellarea e sul loro ruolo allinterno dello stabilimento fatto anche di denuncie pubbliche su quello che non si faceva allinterno dellarea che deve essere sottoposta a bonifica. I loro contratti a tempo determinato erano già stati rinnovati quattro volte nonostante la legge preveda che dopo il secondo rinnovo il contratto debba essere trasformato in tempo indeterminato. Ieri la doccia fredda con il rifiuto del commissario Anna Maria Cancellieri di assecondare lordine del giorno votato allunanimità dal consiglio regionale la scorsa settimana in difesa del contratto di lavoro dei 12 operai che sarebbe dovuto essere equiparato a quello degli altri dipendenti della ex Stoppani: «Questa è la dimostrazione di come la giunta regionale non conti. Il parere che abbiamo espresso e lorientamento che era stato condiviso anche da Burlando è stato puntualmente disatteso - ha spiegato Raffaella Della Bianca (Pdl) che ha seguito con particolare attenzione la vicenda -. Una situazione che sa tanto di imboscata nei confronti di questi operai».
Lassessore al lavoro Enrico Vesco non vuole accollarsi responsabilità sullaccaduto e si limita a citare la legge applicata dal commissario: «Se i dipendenti non firmano il rinnovo per otto mesi di lavoro che gli è stato proposto non hanno possibilità di essere reintegrati. Non lo dico io, ma lo stabilisce la legge 368 del settembre 2001 - spiega Vesco -. Perché maggioranza e giunta hanno sostenuto lordine del giorno? Non chiedetelo a me, martedì scorso ero a Roma e aveva avvisato che quel documento non sarebbe andato bene».
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