«Raramente ho trovato un dossier così dettagliato ed esaustivo, forse è la più completa visione di quello che un Expo deve essere». Per due volte, in conferenza stampa, la traduttrice tralascia il passaggio più significativo del segretario generale del Bie, Vicente Gonzales Loscertales, ma alla terza richiesta di ripetere la frase per intero - sollecitata anche dal sindaco Letizia Moratti - ne è uscito un giudizio che non lascia dubbi. Salvo sorprese, Milano dovrebbe essersi guadagnata una pagella più che lodevole dagli ispettori del Bureau international des expositions che per tre giorni hanno interrogato 39 tra politici, tecnici, manager, accademici, operatori sociali e privati per decidere se la città ha le carte in regola per ospitare lExpo 2015. Massimo riserbo sul giudizio finale: il 26 novembre la relazione sarà presentata alla Commissione del Bie che valuterà la sostenibilità tecnica e la conformità del progetto alle norme del Bureau. Poi lassemblea e il 31 marzo gli Stati membri assegneranno a voto segreto la vittoria a Milano o Smirne. Il presidente del Comitato esecutivo Carmen Sylvain non trova neanche una correzione da suggerire per migliorare il dossier: è «molto ben strutturato, moderno, rispetta lambiente. Mi ha colpita lestrema ampiezza del progetto». Il tema Nutrire il pianeta è «comprensibile da tutti e molto sentito dai giovani». Punto di forza il «sorprendente» consenso bipartisan: «È importante il sostegno dato anche dal leader dellopposizione Silvio Berlusconi, i Paesi che devono investire vogliono la garanzia che avrà sostegno politico anche tra 8 anni». La città, conferma Loscertales, da prova «di grande dinamismo, la cooperazione tra tutti gli elementi che compongono la società è una garanzia di successo. Dal punto di vista istituzionale il progetto risponde ai requisiti richiesti».
I politici si fregano le mani. «Milano merita lExpo», ammette il sindaco Moratti. Che ringrazia «tutti i milanesi, hanno fatto percepire quanto lo desideriamo. Altre città attraverso esso hanno saputo ripensarsi e riqualificarsi». «Abbiamo fatto colpo - si sbilancia il governatore Roberto Formigoni -. Il nostro dossier è decisamente migliore di quello di Smirne ma sappiamo che non tutto dipende da noi. Dobbiamo dare il massimo e sperare che i Paesi valutino senza farsi condizionare troppo dalla geopolitica. Se facciamo un gara ci piace vincerla». Convincente sostiene il presidente della Provincia Filippo Penati, «è il sistema Paese. Siamo un Paese in cui ci si divide quasi su tutto, e invece cè una straordinaria unità su Expo. Dovrà dire pur qualcosa».
Nellultima giornata milanese degli ispettori (oggi e domani a Roma), le canzoni e lentusiasmo di 900 bimbi allo Strehler («è stato il momento più bello di questi giorni», ha detto la Sylvain a quella che è stata battezzata «generazione Expo 2015») e la visita al Cenacolo accompagnati da un assessore Vittorio Sgarbi addirittura puntuale. Ben venga il boom di visite («700mila richieste allanno ma possiamo accontentarne solo 350mila») anche se è merito del Codice Da Vinci di Dan Brown: «Un cretino - ha detto agli ispettori divertiti -.
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