La F1 in crisi si divide sul motore unico

Dopo il caso Honda, oggi a Montecarlo, riunione tra l’associazione dei team e la Fia per accordarsi sulla riduzione dei costi e sui motori da usare in F1. E la Renault potrebbe rompere il fronte dei grandi costruttori sul propulsore unico

Più che un’Honda, uno Tsunami titolano le riviste specializzate di formula uno. L’uscita dal Circus delle corse del colosso giapponese sancita con l’annuncio a sorpresa della scorsa settimana sta spingendo la F1 a rifondarsi. Oggi, a Montecarlo, l’associazione del costruttori, Fota, presieduta dal numero uno della Ferrari, Luca di Montezemolo, discuterà con il presidente della Fia, la Federazione dell’auto, Max Mosley,come ridurre i costi del Circus e, soprattutto, come affrontare la questione del motore unico fortemente voluto dalla Fia.

Al momento, la situazione vede le grandi Case costruttrici (Ferrari, Mercedes, Toyota e Bmw) unite nel proporre progressive riduzioni del costo dei loro propulsori da vendere ai team minori come Williams, Toro Rosso, Red Bull e Force India. Dall’altra parte, Mosley, con una lettera, ha fatto sapere che il progetto del motore unico ed economico prosegue e che sarà un Cosworth e che, per poterlo avere, i team minori non dovranno far altro che versare 2,49 milioni di euro una tantum per aderire e poi (dal 2010 al 2012) 5,84 milioni a stagione.

In risposta le Case hanno elaborato un pacchetto di riduzioni che porta già dal 2009 il costo della fornitura dei motori dagli attuali 20 milioni di euro a 10, per poi scendere a 5 nel 2011 e 2012. Tra le grandi Case c’è anche la Renault. Secondo indiscrezioni, però, il team francese potrebbe rompere il fronte dei costruttori aderendo, con altri 4 team minori, alla proposta della Fia.

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