La F1 ormai esiste solo per Mosley: "Accordo vicino". I team: falso

Il capo della Fia azzarda: "Mancano solo alcuni dettagli". Brawn: "Se ne faccia una ragione, ormai abbiamo deciso"

di Bernardo Guidi

Silverstone Max Mosley adesso comincia ad avere dei dubbi. Si sente circondato: da una parte la Fota che lo ha messo con le spalle al muro annunciando un campionato da sovrapporre a quello svalutato della Formula 1, dall’altra Bernie Ecclestone che teme di vedersi rovinare il giocattolo che lo ha fatto diventare plurimiliardario, uno degli uomini più ricchi d’Inghilterra. In mezzo gli azionisti della CVC, il gruppo finanziario internazionale con sede in Lussemburgo, che detiene la maggioranza delle azioni della società che controlla i diritti commerciali e televisivi del campionato mondiale, determinati a non vedersi svalutare il capitale investito.
Il presidente della Fia, per quanto astuto e ormai incattivito, sta rendendosi conto di poter perdere la sua sfida con la Fota. Ma, come sempre, gioca in maniera ambigua. Prima chiude una porta, poi la apre a metà, cambiando idee e dichiarazioni di volta in volta. Ieri mattina Mosley ha fatto il giro del paddock annunciando, unilateralmente, di essere vicino a un accordo con l’Associazione dei team, dopo essere stato costretto dalla situazione a rimandare l’elenco delle squadre iscritte per il 2010. «Sto parlando con tutti - ha detto l’avvocato inglese, 69 anni -. Siamo molto vicini a trovare una soluzione a tutti i problemi. Si tratta solo di definire alcuni dettagli. Presto torneremo alla normalità, l’unico interrogativo riguarda il momento in cui avverrà la pacificazione. Ora dobbiamo sederci a un tavolo e parlare. Vedrete che troveremo il modo di superare tutti i problemi».
Il controverso Max ha già fatto, a parole, delle concessioni. Tetto di spese portato da 44 a 100 milioni di euro e un solo sistema di regole. In cambio ha chiesto alle otto squadre ribelli di firmare subito il famoso Patto della Concordia (il documento che in pratica gestisce tutti i rapporti all’interno della F1). La risposta della Fota è stata immediata e negativa. Ancora ieri ha fatto sapere di non essere più disposta ad aprire trattative e di avere avviato le procedure per organizzare il proprio campionato. Solo una resa totale alle richieste dei team da parte della Federazione potrebbe portare al ripensamento e a una conclusione diversa senza scissione.
«Quello che sta dicendo Mosley - ha dichiarato Ross Brawn, proprietario della scuderia che porta il suo nome, che qualcuno considerava l’anello più debole nell’unità della Fota stessa - non succederà. Noi abbiamo preso le nostre decisioni e stiamo accelerando i programmi. Andiamo avanti con le nostre idee e i piani che abbiamo già abbozzato. Non possiamo aspettare sino al prossimo gennaio per sapere quello che faremo. Ogni settimana che passa, ogni giorno che ci lasciamo alle spalle riduce le possibilità che si arrivi a una riconciliazione».

Un vero e proprio ultimatum che non lascia spazio ad altre manovre. In attesa della riunione del Consiglio Mondiale della Fia che si terrà mercoledì a Parigi. Dove Max Mosley o farà marcia indietro o rischierà di essere sfiduciato.

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